"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


lunedì 7 novembre 2016

Partita la COP 22 di Marrakech. Con le lobbies del petrolio al tavolo!



Partita la COP 22 di Marrakech. Con le lobbies del petrolio al tavolo!


Oggi, 7 novembre 2016, sono partiti i lavori della Cop22 (CONFERENCE OF PARTIES .- CONFERENZA DELLE PARTI).

Il nuovo vertice sui cambiamenti climatici e sulle strategie che i vari paesi del mondo (parties) dovranno adottare, segue il famoso COP21 di Parigi dello scorso anno, dove si era registrato il comune intento, a livello mondiale, di riconoscere i cambiamenti climatici e di avviare un processo di riforma globale delle economie mondiali, in tema di riduzione delle emissioni da combustione.
Nella sessione 2017, una novità incredibile: il coinvolgimento al tavolo di lavoro delle lobbies del petrolio.

In una conferenza composta da delegazioni dei governi, siedono al tavolo i rappresentanti dei petrolieri, aziende quali ExxonMobil, Chevron, Peabody, BP, Shell e RioTinto, cioè i più grandi estrattori di petrolio mondiale. (https://www.theguardian.com/environment/2016/nov/07/marrakech-climate-talks-giving-the-fossil-fuel-lobby-a-seat-at-the-table)

Immediate le reazioni di molti paesi partecipanti, che gridano al chiaro conflitto di interesse; come è possibile far sedere al tavolo dei governi anche i rappresentanti di lobbies che, per logico interesse, sono contrari al rallentamento dell'uso del petrolio stesso?

Il Venezuela cita come scandaloso che si possano ammettere tali attori, definiti "non-state actors", cioè non facenti parte di delegazioni di stato, bensì proprio rappresentanti delle lobbies che dovranno subire le limitazioni previste dagli stati membri della conferenza stessa.

Differenti le opinioni della "verde" Europa, che sostiene, invece, che un summit mondiale di tale portata, debba essere inclusivo e non escludere nessuno; ma allora, la domanda sorge spontanea:" perché non ci sono le "lobbies" degli ambientalisti", oppure le lobbies dei sostenitori delle energie rinnovabili, quali solar power, wind power ecc."?

L'Australia dichiara che non è chiaro quale possa essere il conflitto di interesse, citato dal Venezuela; anche questa dichiarazione ha dell'incredibile!
Non vedere il chiaro e netto conflitto di interesse nella partecipazione dei petrolieri è come negare, di fatto, ciò che si è riconosciuto lo scorso anno nella COP21, affermare cioè che i cambiamenti climatici non esistono!

Se, da una parte, la COP21 di Parigi aveva aperto la speranza che, finalmente, la consapevolezza dei cambiamenti climatici era confermata da tutti, compresi i più reticenti quali U.S.A. e Cina, ora queste manovre di "apertura" alle lobbies dei petrolieri riportano alla triste constatazione che nulla cambia in questo mondo di affaristi e approfittatori. Far sedere al tavolo della progettazione delle regole per il nuovo mondo che verrà, proprio i sostenitori principali delle cause che hanno generato questi problemi, non è davvero considerabile come atto di inclusione, bensì come una sporca mediazione al ribasso che, temo davvero, porterà all'ennesimo nulla di fatto anche per questa COP22.

Se davvero si voleva aprire il dibattito a tutti, con "l'inclusione e la trasparenza" come dichiarato da alcuni stati membri, sarebbe stato opportuno vedere seduti a quel tavolo anche rappresentanti di altre visioni; quanto meno si sarebbe salvata la speranza di poter vedere un dibattito costruttivo, alla ricerca del bene di tutti, alla ricerca delle soluzioni possibili per migliorare i problemi climatici che abbiamo.

Sarò pessimista, ma queste notizie sono di quelle che davvero tolgono la credibilità ad un progetto (COP) che sembrava prendere davvero la strada giusta.
E, al fatto davvero grave, si aggiunge anche il silenzio generale dei quotidiani italiani, che sono tutti presi dal duello americano per la presidenza e da un referendum italiano che davvero entusiasma pochissime persone. Se davvero siamo sull'orlo del baratro ambientale, come è stato sancito dalla COP21 di Parigi da tutti i membri partecipanti, perché vogliamo scivolarci dentro in questo modo, continuando con politiche affaristiche che privilegiano i soliti a scapito della sopravvivenza dell'umanità? Sarò tragico nel dire ciò, perché chi scrive e, probabilmente chi leggerà questo post, non vedrà la fine dettata dai cambiamenti climatici, ma chi ci seguirà ci maledirà per sempre, per aver permesso tutto ciò, in favore degli interessi privati, camuffati da "aperture" al dialogo.
Ricordiamoci che la Terra ci è stata data in prestito e stiamo però continuando a trattarla come ne fossimo gli unici padroni, senza pensare al futuro delle generazioni che verranno.

sabato 15 ottobre 2016

Votare Si al refendum per futili motivi...

Sono basito nel leggere le motivazioni che inducono una persona di cultura, un docente universitario a votare Si al prossimo referendum.
Parlare di “trombonismo” politico legandolo a chi sostiene il NO è proprio fuori luogo.
Io sono un sostenitore del No, per i motivi che sullo stesso giornale( l'Adige) sono già stati pubblicati (non certo con uno spazio simile, pur argomentando tecnicamente) , ma leggere addirittura in prima pagina, tali superficiali e banali motivazioni mi offende come cittadino; soprattuto se sostenute da chi dovrebbe divulgare cultura, da chi dovrebbe far trasparire il metodo scientifico di analisi profonda e accurata di una riforma, che la si condivida o meno. Non contesto il diritto al SI,  ognuno ha le proprie idee e visioni, ma qui manca proprio la visione, l’analisi e l’approfondimento. Detto da un docente universitario mi fa accapponare la pelle. Che sia anche lui un “trombone” universitario che non lascia spazio alle giovani menti che fuggono all’estero? Spero di no, ma certamente non dà una bella immagine di sé e della sua “profonda” conoscenza culturale.
Che tristezza pensare che ci sono docenti così…

Qui l'articolo apparso su L'Adige di venerdì 14/10...

lunedì 3 ottobre 2016

#referendumcostituzionale Alcuni motivi per il NO! Compreso il ponte sullo stretto di Messina!

In questi giorno sta entrando nel vivo la campagna pro e contro il #referendumcostituzionale.
A puro titolo personale, sono propenso per il NO, per alcuni motivi che vorrei qui esplicitare.
1)    Il Senato proposto è, a mio modesto parere, un Senato non credibile nelle sue capacità funzionali, prima ancora che nella sua “nomina”, poiché  ritengo sia davvero improponibile avere senatori a part-time; ma davvero pensiamo che consiglieri regionali/provinciali e sindaci possano avere il tempo di recarsi a Roma 2/3 giorni alla settimana e pure svolgere i compiti per i quali sono stati eletti dal popolo? Se davvero pensiamo questo, allora possiamo affermare che finora non stanno lavorando abbastanza per ciò per il quale sono stati eletti e quindi avvaloriamo le tesi che sostengono che i nostri politici sono strapagati per nulla. Ora, siccome personalmente non è questa la mia opinione, direi che i senatori sarebbe meglio eleggerli tra persone che non ricoprono già altre cariche, cosicché il sindaco possa fare BENE il sindaco e i consiglieri regionali pure; scusate, ma davvero pensiamo che, per esempio, il sindaco Andreatta possa fare pure il senatore? Con i problemi che ha a dirigere il comune di Trento?
2)    Altra questione: la “nomina” dei senatori; qui si perde di credibilità verso la democrazia. Credo che, in questo grave momento di allontanamento tra politica e cittadinanza, togliere l’elezione diretta di una camera sia un errore molto grave; inoltre, sapere che i senatori saranno nominati dai partiti (perché è ciò che avverrà) e quindi saranno scelti tra i fedelissimi della segreterie politiche, garantirà solamente un ulteriore allontanamento della politica dalla vita reale. Un passaggio elettorale, invece, legittimerebbe tale incarico. Aggiungo, poi, che se proprio volessimo parlare di riforma vera, si sarebbe potuto optare per eliminare integralmente il Senato. Questa poteva essere una soluzione davvero innovativa e risparmiosa. E, soprattutto, credibile.
3)    La questione trentina della salvaguardia dell’autonomia: molti sostenitori trentini del SI, dicono che ci dovrà essere “intesa” tra Stato e province di Trento e Bolzano per temi che riguardano l’autonomia; ebbene, nella riforma costituzionale si trova anche “la causa di forza maggiore” che determina il fatto che, qualora non si giunga ad un’intesa in tempi certi e graditi dal governo centrale, questo potrebbe far pesare la propria autorità. Chi ci assicura che questa clausola non venga anche applicata alla famosa ”intesa”? Non riesco a trovare supporti su cui basare la mia fiducia a questa “intesa”! LA trovo davvero poco affidabile come motivazione della tesi che sostiene che la nostra autonomia ne uscirà rafforzata in caso di vittoria del SI!
Non sono mai stato contro le innovazioni, per formazione personale e lavoro, ma le innovazioni che si introducono non possono, anzi non devono,  ampliare la divergenza tra politica e cittadini, non devono creare aree grigie peggiori di quelle già esistenti. Cambiare solo per cambiare era una visione negativa combattuta saggiamente proprio da questo centro sinistra, ma mi pare che ora si stia smarrendo il senso della logica e ne trovo sempre più evidenza anche negli spot elettorali del premier, che pur di catturare voti pro SI, accetta anche di riproporre il ponte sullo stretto di Messina, tanto inviso alla sinistra fino a qualche tempo fa, ma che ora appare come una merce di scambio accettabile, pur di rimanere in sella a tutti i costi e pur di far passare il referendum. E, guardate, che questo non è un altro discorso, perché è legatissimo alla vicenda referendaria. Renzi cede sul ponte di Messina e acquisisce i voti referendari della destra; peccato però che molti a sinistra comincino davvero ad avere sensi di nausea verso questi modi di fare politica che ricordano tanto il ventennio berlusconiano. Cambiamo tutto per non cambiare nulla? Ecco la sensazione che noi comuni cittadini cominciamo ad avere; ecco perché molti cittadini sono propensi a votare NO!

mercoledì 7 settembre 2016

#referendumcostituzionale Dibattito pubblico a GARDOLO- TRENTO



#referendumcostituzionale

PRENOTATE IL POSTO GRATUITO PER L’EVENTO A TEATRO SUL SITO    WWW.EVENTBRITE.IT al seguente link diretto:


Il circolo ACLI di Gardolo organizza un

DIBATTITO PUBBLICO
“Referendum costituzionale 2016: votare Sì o No? I pro e contro della riforma a confronto.”

MARTEDI 13 SETTEMBRE - ORE 20.30
TEATRO “GIGI CONA”
 VIA SOPRASSASSO, 2
GARDOLO – TRENTO
RELATORI:
Per il SI: prof. Paolo Pombeni - Professore di Storia dei sistemi politici europei e di Storia dell'ordine internazionale presso la Scuola di Scienze Politiche dell'Università di Bologna. Dal 2011 è direttore dell'Istituto storico italo-germanico (Isig) di Trento (2011-2016), e dal 2010 al 2012 dell'Istituto di Studi Avanzati dell'Università di Bologna

Per il NO: dott. Pasquale Profiti – Magistrato, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trento.

Moderazione incontro a cura di Walter Nicoletti – giornalista di ACLI TRENTINE.

sabato 13 agosto 2016

Vicenda Schwazer: moltissime ombre oscurano la luce dell'atletica.


Quando, nel 2012, Alex Schwazer fu trovato positivo al doping, ricordo con molta amarezza e tristezza la sua confessione pubblica, il suo pianto, vero e sincero. Devo dire la verità, da appassionato di corsa e da iscritto alla Fidal da diversi anni come maratoneta dilettante, non ebbi alcuna pietà e quelle lacrime non mi commossero minimamente, anzi mi fecero arrabbiare ancora di più. La squalifica fu comminata, giustamente e lui, sommessamente, sparì dalla scena e incassò la pena, sopportandola fino alla fine, senza sconti. Quando, poi, riprese a gareggiare, lo sapeva benissimo che sarebbe stato super-iper-controllato e così è stato. Una ventina di controlli in meno di sei mesi, tutti negativi. Poi, arriva quello ormai famoso dei primi di gennaio. Fatto in maniera scorretta, dato che era indicata la località di prelievo, prassi non prevista dalle regole internazionali. Il primo responso sul quel prelievo è negativo, poi salta fuori che viene ricontrollato e risulta positivo. Ahia, primo segnale di puzza strana! Ma la positività viene resa nota solo mesi dopo,solo dopo la vittoria di Alex alla marcia di Roma, dove guarda caso ha rotto i piani della nomenklatura dell'atletica, che non lo voleva vincitore. Ahia, secondo segnale di puzza stranissima, dato che ci sono anche intercettazioni di un commissario che, prima della gara, invitata Schwazer a non vincere la stessa. Lui invece la vince eccome! I tempi sono stretti per una difesa, Alex viene messo alla gogna, umiliato, come non si farebbe nemmeno per il peggiore dei delinquenti veri. Data procrastinata all'infinito, sembra proprio per chiudere il tutto definitivamente.  Lui ha sempre professato la sua innocenza. Ovvio si dirà, ma rammento che così non fece quando fu beccato nel 2012. Ma, perché dopo aver ammesso nel passato di essersi dopato, aver pagato salato per l'errore, avrebbe dovuto ricadere? Ti viene da dire che è pazzo o scemo, dato che sapeva di essere supercontrollato. Ma non è così, lui sta pagando per motivi più grandi di lui. Qualcuno ha voluto colpire il suo allenatore Donati, vero paladino della preparazione anti doping? Forse. 


E che dire del fatto che ci sono di mezzo interessi economici e di potere che nulla hanno a che vedere con lo sport? Se una persona è dopata non può avere 18 controlli negativi e 1 positivo, leggermente alterato. O sono stati truccati gli altri 18 o è stato truccato l'altro. E, per la legge del buon senso e delle logiche probabilità, visto come è stata gestita la partita del campione positivo, appare evidente a tutti dove sia l'alterazione! Incredibile che chi crede davvero nello sport riesca ancora a credere in questi controlli. Per quel che mi riguarda, ed è ovviamente un'opinione del tutto personale, tutti gli atleti potrebbero essere dopati! E tutti gli atleti sono ricattabili, con questo sistema dei controlli che possono essere manipolati ad arte. O quantomeno mi rimarrà sempre un grande dubbio. Che grado di affidabilità si può dare ad organismi del genere, che hanno medici sotto indagine, che nascondono per anni situazioni fuori norma? 

 Qui ci perde lo sport, non solo Alex Schwazer. E che dire dei vertici dell'atletica italiana o dei politici italiani? Tutti zitti sulla questione, perchè probabilmente in cambio del silenzio sulla vicenda le olimpiadi del 2024 si potranno tenere in Italia? Probabile. Schwazer e Donati usati come merce di scambio. Il dubbio che sia tutta una questione di affari e di contropartite è molto alto, troppo per la credibilità dello sport. In parole povere un vero e proprio schifo!



martedì 5 luglio 2016

Careghe e caregòte in comune a Trento!


#trento #centrosinistraautonomista
Careghe e caregòte!
Vorrei qui esternare alcune considerazioni del tutto personali.
Leggo sui quotidiani del summit che c’è stato lunedì 4 luglio a Trento, relativamente al centro sinistra autonomista cittadino.
Poche considerazioni sul futuro della città e sulle soluzioni ai moltissimi problemi che i cittadini si aspettano; invece, molte pretese da parte di alcuni singoli in merito a “careghe e caregòte”, per rendere il termine nel nostro amato dialetto.
Mi permetto un suggerimento semplice al nostro sindaco, dettato da una stima reale nei suoi confronti. Si potrebbe istituire un nuovo assessorato, definito alle “varie ed eventuali”da assegnare a rotazione ai signori consiglieri Castelli e Panetta; un mese per ciascuno, fino alla fine della legislatura, così saranno finalmente contenti e non potranno continuare a fare danni e a frenare lo sviluppo del programma politico della coalizione di governo della città, che pure avevano accettato candidandosi. I fondi per il sostentamento di tale nuovo e importante assessorato, si potrebbero ricavare da una riduzione degli stipendi degli altri assessori che, sono certo, accetterebbero di buon grado pur di poter lavorare serenamente e con buoni e proficui intenti per risolvere i problemi VERI della città.
Caro Sindaco, riflettici, potrebbe essere la soluzione meno gravosa e onerosa; accontenteresti i due paladini del “voler fare” e potresti, finalmente, dare pieno atto al programma della coalizione, senza “franchi tiratori” che non hanno nemmeno il coraggio di assumersi le proprie responsabilità quando votano. E, forse, anche noi comuni cittadini, potremmo finalmente vedere lavorare appieno (perché loro di fatto, stanno realmente lavorando) la giunta comunale, quella vera, che è attualmente costretta a soggiacere a questi ricatti personali.
Senza voler offendere nessuno, si intende!

mercoledì 29 giugno 2016

#referendumcostituzionale DIBATTITO PUBBLICO IL 13 SETTEMBRE A GARDOLO.

#referendumcostituzionale
BIGLIETTI PRENOTABILI ON-LINE AL LINK SOTTO:
Il circolo ACLI di Gardolo organizza un

DIBATTITO PUBBLICO
“Referendum costituzionale 2016: votare Sì o No? I pro e contro della riforma a confronto.”
MARTEDI 13 SETTEMBRE - ORE 20.30
TEATRO “GIGI CONA”  VIA SOPRASSASSO - GARDOLO – TRENTO 


RELATORI:
Per il SI: prof. Paolo Pombeni - Professore di Storia dei sistemi politici europei e di Storia dell'ordine internazionale presso la Scuola di Scienze Politiche dell'Università di Bologna. Dal 2011 è direttore dell'Istituto storico italo-germanico (Isig) di Trento (2011-2016), e dal 2010 al 2012 dell'Istituto di Studi Avanzati dell'Università di Bologna.

Per il NO: dott. Pasquale Profiti – Magistrato, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trento.

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lunedì 2 maggio 2016

Enrico Testa neo ministro del MISE?



Corre voce che il nuovo ministro del Ministero dello Sviluppo Economico possa essere il dottor Enrico Testa, laureato in filosofia e attuale presidente di ASSOELETTRICA.(http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/federica-guidi/). 

Assoelettrica è un’associazione di imprese produttrici di energia elettrica che riunisce circa 120 imprese, che assicurano il 90% dell’energia elettrica generata sul territorio nazionale (http://www.assoelettrica.it/lidentita/

Dunque, la mission di questa associazione, in inglese la si potrebbe tranquillamente chiamare con il più noto nome di “lobby”, è quella di “…ricercare le soluzioni più appropriate per assicurare al Paese l’energia elettrica di cui ha bisogno…” (http://www.assoelettrica.it/la-missione/ ),naturalmente trovando anche gli spazi per i giusti e leciti guadagni di chi questa energia la deve produrre. E ,fin qui, personalmente non ci vedo nulla di strano, perché è più che legittimo trovare guadagni in ciò che si produce, ci mancherebbe altro! Alcune cose, però, mi fanno riflettere e su queste vorrei ragionare.
Si è appena dimessa una ministra del MISE per coinvolgimento personale in affari pubblici; ricordiamo che la ministra Guidi si è dimessa perché il fidanzato è coinvolto nella lobby del petrolio e l’ha sollecitata nell’aiutarlo a risolvere le sue questioni (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/31/federica-guidi-il-compagno-intercettato-a-quelli-di-total-gli-ho-presentato-fede/2597368/). 

Dunque, cosa trova di meglio da fare, naturalmente per il bene del Paese, il nostro Premier? Pensare di nominare addirittura il presidente di una delle più grandi lobby del settore energetico! Come dire:” Non è andata bene con le cose nascoste, allora facciamole direttamente alla luce del sole!” (mia dichiarazione personale!).
Altra questione, sulla quale mi piacerebbe riportare la riflessione; il dottor Enrico Testa (per favore, Chicco no, dai, mi sembra di chiamare il mio nipotino!), laureato in filosofia, quindi grande esperto in materia scientifica e tecnologica e nel settore energetico in particolare (in Italia basta essere stati presidenti di qualche società, per diventare esperti tecnici, dimenticando che la tecnica e la scienza si studia continuamente sul campo e, prima, a scuola magari!) dal 1980 al 1987 è stato dirigente di Legambiente (https://it.wikipedia.org/wiki/Chicco_Testa ), nota associazione CONTRO il nucleare, salvo poi cambiare radicalmente idea, proprio in senso opposto, prendendo chiara e netta posizione a favore del nucleare (http://www.chiccotesta.it/Pubblicazioni.html) .

 Allora, mi chiedo, quale coerenza può avere un “supertecnico”, laureato in filosofia, come il papabile neo-ministro? Quale visione industriale potrà mai nascere da una persona che ha fatto della sua vita un continuo ondivagare tra opinioni radicalmente opposte? E per quali fini ha cambiato atteggiamento? 

Queste domande mi lasciano fortemente preoccupato su ciò che potrebbe essere il futuro dirigente di uno dei dicasteri più importanti del nostro Paese. Affidare ad un personaggio come Enrico “Chicco” Testa il MISE, evidenzierebbe un chiaro intento del premier, di soddisfare spudoratamente proprio quelle lobbies che cercano solamente gli interessi privati; non è possibile che il presidente, ancora in carica, di un’associazione lobbistica, diventi ministro proprio del settore che la sua lobby sostiene! Ma dove siamo? In che razza di paese stiamo vivendo? Che ne sarà di un piano industriale serio, per lo sviluppo di green economy e energie rinnovabili, se al dicastero preposto sarà insediato un personaggio che appartiene al passato, un personaggio che appartiene ad una lobby che non è per le rinnovabili, un personaggio che non rappresenta certamente una nuova classe politica? Dunque, nulla sta cambiando in Italia; si palesano le solite manfrine di sempre. Avanti così, avanti con la “rottamazione renziana”! Se questi sono gli sviluppi, dobbiamo preoccuparci davvero; perché il resto del mondo corre, mentre noi continuiamo a restare ancorati a politiche vecchie e ripetitive. Ma va bene così, evviva Chicco Testa, se sarà il neo ministro del MISE; sicuramente farà bene; importante sarebbe sapere per chi!

giovedì 28 aprile 2016

Lungimirante e acuta decisione in Trentino Alto Adige: staffetta alla presidenza A22!

#politicatrentina Lungimirante e acuta decisione in Trentino Alto Adige: staffetta alla presidenza #A22! Metà a ti e metà a mi (dialetto trentino)! Spartizione di poltrone tra PATT e PD! Ecco la nuova politica che avanza dal Trentino; e poi mi parlano di voler salvaguardare l'autonomia! E POI MI DICONO CHE QUESTI POLITICI CHE CI GOVERNANO SONO QUELLI CHE TUTELANO L'AUTONOMIA!!! Quale autonomia? Quella del poltronismo? E allora dove sta la differenza tra la politica nazionale che tipicamente distribuisce poltrone per sistemare amici degli amici e la nostra politica autonomista d'avanguardia? Dove sta il progetto politico? Qualcuno mi spiega per favore? Perché non capisco il senso di queste scelte. Non capisco perché, in questo periodo dove la politica come non mai è vista male, come un "palazzo del potere occulto", si continui ad operare scelte di spartizione di "careghe" senza rispetto per un minimo di decenza! Ben felice di aver lasciato partiti e logiche di spartizioni! Non mi riconosco per nulla in queste politiche spartitorie del potere e degli affari! Ho un difetto (uno dei tanti per la verità...): contrariamente a molti italiani/trentini che hanno la memoria cortissima al momento delle elezioni, io ho la fortuna di avere un'ottima memoria! E me ne ricorderò al momento del voto, poiché sarò uno dei pochi che andranno a votare, questo sì; non so per chi voterò, ma so già chi non voterò (partiti e nomi inclusi). Vergogna, vergogna, vergogna! Questa non è politica degli interessi comuni, questa è pura spartizione di poltrone!
Dal sito de L'Adige:
http://www.ladige.it/news/business/2016/04/28/andrea-girardi-vertice-a22-vista-staffetta-olivieri

venerdì 15 aprile 2016

Un referendum difficile da capire, ma importante per lo sviluppo sostenibile futuro.

Domenica siamo chiamati ad andare a votare, checché ne dica il Presidente del Consiglio Renzi, per un referendum che ha scarso appeal sulla popolazione, in quanto molto tecnico. Vorrei qui evidenziare che, a mio modesto parere, delegare i cittadini su un tema così complesso è davvero pericoloso; lo è perché molte persone non hanno le conoscenze tecniche e le informazioni necessarie a dare una corretta valutazione della situazione e, di conseguenza, non sono realmente in grado di valutare la risposta da dare al quesito posto. Il referendum, per istituto, serve a rimettere in mano ai cittadini una decisione che la politica non è stata in grado di prendere con i canali tradizionali. Per questo, ritengo gravissimo che un Presidente del Consiglio dei Ministri si arroghi il diritto di esortare a non andare a votare. Pericolosissimo! Già abbiamo percentuali di astensione elevatissime e quindi esortare al non voto, seppure per una tornata non elettorale, risulta comunque un bruttissimo segnale politico.
Ciò detto, vorrei qui riassumere brevemente, anche grazie alle mie conoscenze nel settore energetico , alcuni punti importanti per spiegare i motivi per i quali ho scelto di andare a votare per il SI. Innanzitutto, facciamo un po’ di chiarezza: il referendum non bloccherà alcuna attività estrattiva, almeno non nell’immediato, sia che vinca il sì o il no o, peggio, cosa che temo  di più, vinca l’astensionismo. Il 18 aprile e pure gli anni a seguire, le attività in essere continueranno a lavorare. Cosa cambia dunque? Il quesito è molto tecnico e chiede di abrogare una parte di un articolo di legge che, se mantenuto in vigore, permetterebbe alle compagnie estrattive di chiedere, vita natural durante del giacimento, la possibilità di procedere con le attività estrattive. Perché quindi votare SI e abrogare tale possibilità? Le ragioni sono diverse!
La prima motivazione riguarda gli aspetti di convenienza nel concedere una licenza estrattiva “vita natural durante”; è veramente incredibile e impensabile che lo Stato italiano, quindi parliamo di beni comuni, assegni una concessione estrattiva a tempo indeterminato ad una compagnia privata; non vi sono precedenti in merito di concessioni, che invece devono avere una chiara e definita scadenza temporale. Un esempio pratico, per rendere l’idea: se voi poneste in affitto un’abitazione, nel contratto di affitto inserite la scadenza temporale, tipo 4 anni + altri 4, ma non pensereste mai di scrivere:”…per la durata della vita dell’affittuario”! Questo per una forma di autotutela, perché se cose non funzionano, il contratto può non essere rinnovato. Invece, con lo stato attuale, la concessione all’estrazione può diventare perpetua! E qui si aggancia la seconda motivazione che propongo. Se il tempo non ha limiti, le compagnie hanno tutto l’interesse a tenere bassa la produzione di petrolio e gas, perché sotto certi limiti non pagano le famose royalties allo Stato. Infatti, potendo diluire in un tempo illimitato lo sfruttamento della concessione, possono permettersi di estrarre petrolio o gas in misura bassa, evitando così tali prelievi statali. Invece, con la vittoria del SI, le concessioni scadrebbero in un tempo definito, le compagnie sarebbero costrette ad estrarre i prodotti in tempi più brevi, alzando le produzioni e facendo così incamerare allo Stato introiti da utilizzare per i beni comuni. Il terzo motivo per cui vale la pena di votare SI, riguarda l’occupazione. Non è assolutamente vero che si perderanno posti di lavoro, poiché in caso di vittoria del SI, le compagnie estrattive potranno continuare a lavorare per molti anni, poiché le concessioni scadranno tra il 2017 e il 2027; quindi ci sarebbe tutto il tempo per progettare una conversione industriale delle maestranze coinvolte. Pensando al lavoro, proviamo ad analizzare anche cosa potrebbe succedere in caso di incidente su una delle piattaforme! Sversamenti di gas o petrolio nei nostri mari, determinerebbero un disastro per l’industria del turismo, che rappresenta un capitolo occupazionale molto più rilevante dell’industria  estrattiva off shore. In quanto, poi, agli incidenti, vi sono sostenitori del no che asseriscono che non ce non sono stati. Questa è una vera falsità! Sono circa 1300 gli incidenti occorsi alle piattaforme italiane, certamente non tutti gravissimi, ma tutti determinanti dal punto di vista dell’impatto ambientale. (Fonte: http://www.greenreport.it/news/energia/gli-incidenti-dimenticati-delle-piattaforme-offshore-italiane-paguro-ad-adriatic-iv/).
Infine, e non è poco, il referendum ha un chiaro ed inequivocabile connotato politico. Non possiamo andare a firmare protocolli internazionali  per ridurre le fonti fossili ( COP21 di Parigi: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/22/cop21-siamo-in-ritardo-di-almeno-ventanni/2324011/) e  poi permettere alle compagnie petrolifere e del gas, di sfruttarle per tempi biblici, o comunque all’infinito. È chiaro che porre dei limiti significa avviare veramente un approccio politico diverso e innovativo verso un’economia sostenibile reale. Inutile riempire pagine di giornali con dichiarazioni pro-rinnovabili, rilasciate da esponenti politici di molti schieramenti  di vario colore e, poi nella realtà, invece continuare a permettere l’eterno sfruttamento delle fonti fossili. Un’ultima, ma non meno importante considerazione. Ciò che estraiamo dai siti off shore, in Italia, ha una scarsissima rilevanza percentuale ( 1% per il petrolio e 6,9% per il gas) sulle necessità. Quindi, quando si fermeranno le estrazioni, qualora vincesse il SI, tali percentuali potrebbero benissimo essere assorbite dalle fonti rinnovabili che, nel frattempo, potrebbero essere sviluppate ulteriormente; inoltre, una sana politica di ristrutturazioni edilizie e industriali, potrebbe mettere in campo quel famoso risparmio energetico che permetterebbe davvero la riduzione degli sprechi energetici, facendo così rientrare molto facilmente ciò che non verrebbe più estratto.
Per chi vuole approfondire, qui alcune slides : http://www.marcoianes.net/1/upload/referendum17aprile_marcoianes.pdf