"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


lunedì 24 novembre 2014

Lettera aperta alla consigliera Manuela Bottamedi.


 
Lettera aperta alla consigliera Manuela Bottamedi.
Cara Manuela,
immagino che avrai ricevuto tante di quelle lettere, pacate alcune, un pochino meno molte altre; sono qui, oggi, a scriverti pure io, dopo averti conosciuta personalmente alcuni mesi fa, in occasione di alcuni  incontri che ci hanno visti  condividere molte riflessioni politiche, dopo la tua elezione in consiglio provinciale.
Mi ricordo che abbiamo parlato di gestione dei rifiuti, tema a  noi molto caro, criticando ambedue le scelte fatte nel passato dalla politica incenetorista,  supportata proprio dal partito che ora ti appresti a vivere come tua nuova “casa” politica; ricordo che mi dicesti anche che era:” impossibile solo pensare di dialogare con questa maggioranza, perché troppo chiusa su schemi vecchi   e non certo politicamente corretti e sostenibili” (cito qui, testuali tue parole che ho annotato sul mio taccuino di appunti che prendo sempre in ogni incontro, come mi ha insegnato a fare un grande verde, mio caro amico Marco Boato, appartenente proprio a quella politica che criticasti così duramente).
Ricordo, inoltre, che in un confronto molto sereno tra di noi, ma altrettanto franco e diretto, mi dicesti chiaramente che “condividevi tutti i propositi  dei programmi dei Verdi”, ma che non avresti mai capito come tale partito potesse sostenere una coalizione di centro sinistra autonomista che si trova a disagio con gli stessi temi avanzati da noi! Che verve, che grinta avevi  nel  contrastare le mie risposte, nelle quali asserivo che la scelta di stare nella maggioranza attuale era dettata da precise scelte logiche, a loro volta dettate dal fatto  che stare all’interno di un gruppo di lavoro non significa appoggiare tutte le scelte, bensì offre l’opportunità di essere ascoltati, a volte con grande difficoltà, da tutti i partners, nel tentativo di portare qualcosa da cambiare a percorsi politici spesso irti e difficoltosi. Ma tu, fiera e decisa, mi dicesti che ciò non era possibile, che era necessario sostituire tutto di ciò che era e ciò che è!
Non ho mai approvato  un atteggiamento così chiuso, tipico del movimento che rappresentavi fino a qualche tempo fa, convinto che il dialogo politico, pur nella diversità di appartenenza partitica e ideologica, fosse l’essenza basilare della democrazia che deve sempre essere garantita; ti dissi, molto chiaramente, che qualora avessi cambiato idea, una porta aperta al dialogo, tra noi che avevamo gli stessi principi ambientalisti e di tutela del bene di tutti sopra al bene di interessi privati, l’avresti sempre trovata; ma tu, molto gentilmente, mi rispondesti che, per rispetto di chi ti aveva eletta, pur non avendo più le condizioni di stare con loro, saresti rimasta a lavorare come indipendente. Scelta coraggiosa e che ritenni rispettosa davvero di un equilibrio politico considerevole.
Oggi sono basito; la scelta che hai fatto, di accasarti in un partito che non rappresenta tipicamente gli ideali ambientalisti,  gli ideali  di tutela e salvaguardia degli animali  e che a suo tempo è stato strenuo sostenitore  di una politica dei rifiuti che sosteneva l’inceneritore, ti mette in una posizione di credibilità compromessa verso tutto ciò che ci eravamo detti su questi temi. Davvero non capisco; non tanto la scelta di cercare una nuova casa, bensì  la casa che hai scelto! Nulla da dire sul PATT, peraltro nostro partner di coalizione e che ha la sua visione politica storica; un partito degno di assoluto rispetto, ma che certo non si può dire possa raccogliere gli stessi “modus operandi” che tanto osannavi e professavi fino a qualche settimana fa. Tant’è, la scelta tu l’hai fatta in piena e assoluta libertà giuridica, per carità; ma mi rimane il quesito politico: perché il PATT ? Che senso logico ha, in ragione degli argomenti che discutevamo qualche mese fa? Proprio non capisco, mi risulta davvero difficile capire il senso politico. O, forse, comincia a maturarmi qualche idea, meno nobile  rispetto agli argomenti condivisi un tempo;  mi rimane l’amarezza, davvero sincera e profonda, di aver sbagliato a valutare la tua posizione di distacco dalla coalizione come posizione di principio; forse, era solo una posizione di attendismo per il miglior offerente. E, ovvio, non potevamo certo essere noi!
Il tempo è galantuomo e dirà molto presto chi aveva ragione; se il PATT nell’intercettare i tuoi voti consiliari ora, al fine di mettere in difficoltà il partner “più grande” , oppure tu a cercare consensi in un’area che certo non ti appartiene e che, come è accaduto a qualche tuo predecessore, ti farà pagare elettoralmente tale scelta in futuro; a meno che, il tuo trasformismo  non sia del tutto esaurito e si completi ulteriormente, con la negazione di tutti quei principi ambientalisti di cui andavi tanto fiera fino a qualche tempo fa. A questo punto non mi stupirei proprio di nulla!
Vedi, ho avuto pure io la necessità di cambiare partito qualche anno fa; l’ho fatto fuori da posizioni raggiunte  (peraltro mai ottenute, forse non sono all’altezza); però  ho cercato di dare coerenza e continuità al percorso politico, lasciandomi coinvolgere da una forza politica che, certo, non garantiva visibilità facile; ma, la tua scelta mi risulta incomprensibile, davvero; anti etica verso chi ti ha votato, che rappresentava proprio l’opposizione  al partito in cui hai deciso di aderire; politicamente suicida per te, perché ti porterà ad un’esclusione certa di tutti e due i mondi che hai scelto; quello precedente e quello attuale.
Ti lascio con un saluto e con l’augurio che, almeno, tu possa ancora ricordare gli argomenti a cui dicevi di tenere  e, per i quali, tanto ci eravamo appassionati anche a parlare di un’ipotetica e illusoria collaborazione in previsione delle prossime comunali a Trento. Facesti tanto rumore per nulla anche allora, sollevando un polverone tra gli ex tuoi elettori? O forse, stavi già seminando il terreno per il tuo passaggio di bandiera e pure di sponda? Non lo sapremo mai…
Marco Ianes – coportavoce VERDI DEL TRENTINO

domenica 23 novembre 2014

“MENO RIFIUTI MEGLIO E’” SERATA INFORMATIVA 25 NOVEMBRE GARDOLO 20:30


MARTEDI 25 NOVEMBRE – ORE 20:30 -
SALA SEDIE NERE  CIRCOSCRIZIONE DI GARDOLO – PIAZZALE  GROFF
“MENO RIFIUTI MEGLIO E’”
SERATA INFORMATIVA A CURA DEI VERDI DEL  TRENTINO.
La cittadinanza è invitata a partecipare, per portare idee, critiche e ascoltare proposte.

Marco Ianes - Trento

domenica 16 novembre 2014

Biomasse, ambiente ed energia in Trentino. Si parte da Cembra.

Biomasse, ambiente, energia e Trentino.                                      
Cosa uniscono le parole biomassa, ambiente ed energia al nostro territorio, il Trentino?  Molte cose per la verità, ma andiamo per gradi; cos'è una biomassa? La DIRETTIVA EUROPEA 2009/28/CE definisce la biomassa come "frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica   provenienti dall'agricoltura, dalla silvicoltura e dalle industrie connesse,   comprese pesca e acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali ed urbani". Nel D.M. 6  luglio2012  "Nuovi incentivi alle rinnovabili",  viene inserito un elenco di questi materiali e si trova davvero di tutto; ne citiamo alcuni alquanto anomali in termini di biodegradabilità: pneumatici fuori uso, limatura e trucioli di materiali plastici,  materiali isolanti a matrice plastica, residui di plastiche e gomme generiche. Potrei continuare con l'elenco ufficiale di materie che di biologico inteso come "naturale" hanno davvero poco a che vedere.  Ecco dunque la riflessione legata all'ambiente: non si capisce come sia possibile credere di tutelare l'ambiente bruciando queste "biomasse", definite tali solo per decreto, quando invece sono materiali che, se combusti, provocano emissioni di diossine e miscele chimiche dannose per le coltivazioni e gli allevamenti, quindi per i cibi che mangiamo, oltre anche ad incrementare l'inquinamento atmosferico e quindi l'aria che respiriamo. E il legame con l'energia? Certo, la combustione di tali materiali porta a generare energia termica ed elettricama  lo sapete  che le perdite date dalla produzione di energia con tali sistemi  sono talmente elevate che, se non esistessero gli incentivi statali per queste fonti "rinnovabili", nessuno penserebbe di generare energia con questi sistemi?
E il Trentino che c'entra? La nostra provincia ha da tempo deciso di lasciare la strada dell'incenerimento dei rifiuti, grazie alla perseveranza dei cittadini che hanno creduto nella raccolta differenziata; però, ecco nascere nuove idee e nuove prospettive di piccoli inceneritori occultati sotto il sistema delle centrali a biomasse. Dunque il sistema funziona così: si costruiscono centrali a biomasse per bruciare inizialmente iresidui legnosi dell'agricoltura e della lavorazione del legno, avviando così la procedura di incentivazione dell'energia, grazie al decreto sopra citato; poi, il residuo dei rifiuti della raccolta differenziata sarà trattato dalla provincia per diventare CSS (combustibile solido secondario, derivato da plastiche, gomme e rifiuti vari); ecco trovato il collegamento; niente inceneritore gigante, ma  piccole centrali a biomasse sparse per il territorio trentino, che bruceranno i residui legnosi, ma potranno anche bruciare i residui di rifiuti, come dall'elenco che ho sopra esposto; veri e propri piccoli inceneritori, fuori dalla visibilità abnorme del mega impianto che si voleva costruire, lontani da sguardi indiscreti, avviati silenziosamente, come per esempio è avvenuto in questi giorni a Cembra, dove nel silenzio generale e davvero con poca trasparenza, è stata avviata la produzione di energia da biomassa nella nuova centrale sita proprio nel comune di Cembra! Ma cosa si brucia? Cosa si brucerà? È di venerdì 14 novembre un incontro pubblico, che definirei promozionale più che informativo, dell'amministrazione locale, supportata dallo staff tecnico che ha realizzato l'impianto che  parla solo di cippato di alta qualità. Promozionale dicevo, perché i relatori erano tutti di parte dell'impresa esecutrice e perché mancava un relatore esperto di problemi della salute, quale un medico, per esempio; quindi incontro monco e privo di contradditorio.  Però alcuni quesiti sorgono: per una centrale della potenza di circa 600 Kw, come quella installata, servono circa 5.500 TON/ANNO di combustibile; dove si prenderanno questi cippati se è vero che si vuole averli a  chilometro zero? E ,  un domani che il cippato richiesto sarà scarso, da dove proverranno i combustibili?  E quanti camion saliranno a Cembra, ogni giorno, per i rifornimenti? Quali saranno gli impatti delel emissioni (CO2, AZOTO, NITRATI E POLVERI SOTTILI) sull'ambiente , sulle coltivazioni di uve pregiate per i nostri vini, sulla salute degli ignari cittadini che sono all'oscuro di tutto? A queste domande non si  vuole rispondere, ma prima o poi verranno a galla in maniera inesorabile. Qualcuno ha poi detto che il bilancio di CO2 è pari a zero, perché la pianta che viene bruciata emette la CO2 che ha immagazzinato nella sua vita; verissimo, ma qui si commette una truffa matematica molto subdola: la pianta ci mette anni o addirittura decenni ad immagazzinare la CO2 che la fa crescere, ma la restituisce in pochi secondi durante la combustione; quindi il saldo non è proprio pari a zero se rapportato all'ambiente esterno, ma lo è solo riferito alla vita della pianta; ecco svelato un altro trucchetto per abbindolare la gente e far credere che gli inquinanti emessi non esistono! Questi nuovi percorsi di combustione dei materiali, definiti biologici per decreto, sono quanto di più subdolo si potesse inventare, per imbrogliare  la gente; definire questi impianti sostenibili  in quanto utilizzatori di fonti rinnovabili è davvero di una falsità inaudita! Se, poi, si aggiunge anche che il CSS, viene elevato a "fonte rinnovabile", siamo davvero all'imbroglio totale; che cosa c'è di rinnovabile nel bruciare gomme e plastiche  o loro residui? Sembra che anche in Trentino stia partendo una stagione di sviluppo delle centrali a "biomasse", con la possibilità futura che le stesse possano bruciare quel famoso CSS che la provincia si  ostinerebbe a voler realizzare tramite l'insediamento di un sito produttivo per trattare il residuo dei rifiuti; ecco quindi svelato l'arcano del percorso di chiusura del  ciclo dei rifiuti in Trentino; piccoli inceneritori disseminati nei vari territori, avviati nel silenzio quasi assoluto, alla chetichella e senza clamore; ma quali saranno gli sviluppi ambientali di un territorio vocato alla produzione di vini pregiati, di mele rinomate in tutto il mondo? Quale sarà il futuro dei cittadini che si troveranno a respirare, davvero ignari, un'aria altamente inquinata, ma che sarà ritenuta salubre per decreto? È finita la stagione delle proteste contro gli inceneritori, ma sembra che siano in atto strategie ben diverse e assai più subdole, per percorrere le strade del profitto a scapito della tutela ambientale e della salute pubblica. Pensare male è peccato, ma purtroppo molte volte ci si azzecca! 
Marco Ianes co-portavoce VERDI DEL TRENTINO – docente di elettrotecnica e settore energia.
 

sabato 8 novembre 2014

Inceneritore, PD trentino e bugie...

Ho letto, a pagina 18 del giornale L'ADIGE di oggi l'intervista al consigliere Salvati, storico rappresentante del PD. Vorrei evidenziare un paio di osservazioni; la prima riguardo la diga di Valda, che rappresenterebbe un'opera devastante per la valle di Cembra, talmente impattante da mettere a serio rischio le attività rurali che, a fatica, vengono mantenute in loco e impediscono lo svuotamento di una valle verso la città; assurda e fuori scala per il territorio in questione! La seconda dichiarazione mi ha letteralmente fatto sobbalzare sulla sedia! Ma stiamo parlando dell'inceneritore che il PD stesso, Salvati in prima fila, sosteneva a piè sospinto, rimosso dalle intenzioni politiche locali solamente per l'attivismo di pochi piccoli partiti (Verdi e IDV), di molte associazioni quali Nimby e Coordinamento Trentino Pulito? Lo stesso inceneritore che TUTTO il PD trentino ha unanimemente sostenuto e votato in vari passaggi consiliari? A rispetto della verità, il consigliere Salvati abbia almeno la compiacenza di non mistificare la storia! L'inceneritore non si è fatto grazie ai movimenti ambientalisti, grazie ai cittadini che hanno lavorato duro per la raccolta differenziata, ma soprattutto grazie al fatto che non esistevano più gli incentivi economici che lo rendevano sostenibile economicamente. Ricordo ancora le forti e pesanti critiche subite, anche dal consigliere Salvati, quando giravo a presentare l'alternativa all'inceneritore, in svariate serate; ricordo la maestria di Salvati nel tentare di sostenere la scelta di un inceneritore a Trento. Ora, che venga a dirci che è in parte merito suo se non lo si fa più, è offensivo e irriverente verso tutti coloro che si sono davvero impegnati contro questo scempio. Abbia almeno il buon gusto di tacere di fronte a tali argomenti, o quanto meno non tenti di distorcere la realtà!
Marco Ianes - VERDI DEL TRENTINO, membro di coordinamento trentino pulito.