"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


lunedì 22 aprile 2013

Rinnovabili, uno studio assolve i costi: "Alla fine ci guadagniamo quasi 50 miliardi"

 Rinnovabili, uno studio assolve i costi:

"Alla fine ci guadagniamo quasi 50 miliardi"

L'Irex Annual Report quantifica i vantaggi economici delle fonti pulite, dimostrando che la spesa per incentivi produce utili grazie ad occupazione, abbattimento delle emissioni e riduzione del costo dell'elettricità."Nel solo 2012 con il fotovoltaico il prezzo del kWh è calato di oltre un miliardo di euro"

Ecco un articolo di VALERIO GUALERZI pubblicato su Repubblica; DOCUMENTATEVI!
 ECCO IL LINK:

Rinnovabili: uno studio assolve i costi, domostrando che il Paese ci guadagna.

Marco Ianes - Trento

giovedì 18 aprile 2013

Sport, chiusura delle strutture derivata da chiusura alle innovazioni.

Sport, chiusura delle strutture derivata da chiusura alle innovazioni.
Qualche anno fa avevo presentato un progetto, quasi esecutivo e quindi molto dettagliato, in merito alla possibilità di installare  un impianto fotovoltaico sul palazzo dello sport e del ghiaccio di Trento, proposta anche evidenziata dalla stampa.All'epoca era in vigore ancora il secondo conto energia, con tariffe incentivanti molto elevate. In tale progetto, prospettavo due strade possibili da percorrere; la prima prevedeva un investimento diretto del comune nella realizzazione dell'opera, finanziandola con l'accesso al credito che, sempre per l'epoca e per la tipologia del sistema, era facilmente accessibile. La seconda ipotesi, prevedeva di dare l'esecuzione dell'opera ad una Esco(energy service company), che si sarebbe tenuta gli introiti delle tariffe incentivanti, lasciando comunque al comune l'uso dell'energia autoprodotta, quindi risparmiata in quanto non acquistata. In entrambi i casi, comunque, il comune avrebbe potuto godere di notevoli introiti e agevolazioni economiche, tali per cui oggi, molto probabilmente, si sarebbero potuti investire quei soldi per evitare la chiusura estiva del palazzo del ghiaccio; si parla di cifre intorno agli 80.000 euro all'anno, tra risparmio di energia e tariffe incentivanti, che magari, appunto, avrebbero permesso di dare un servizio alla cittadinanza,anziché toglierlo.Parole e proposte nel deserto di questa politica mediocre, che vuole solo amministrare con tagli e metodi vecchi, senza intraprendere strade nuove, che porterebbero risparmi reali e, come nel caso prospettato, risorse da girare e utilizzare per altri capitoli di spesa. Qualcuno dirà che qui si fa campagna elettorale; può anche essere, non lo nego, però rimane il fatto che si era tentato di proporre qualcosa di diverso e di nuovo, sfruttando le possibilità date dalla tecnica e dalla legislazione vigente e invece, pure questa volta, come in altre occasioni, non si sono nemmeno considerate strade nuove e perseguibili, peraltro quasi a costo zero e con introiti a beneficio della collettività. Perchè chi gestisce il bene collettivo non prova a percorrere queste nuove vie? Perché la politica della gestione del consolidato non prova a studiare percorsi innovativi, invece di rincorrere solamente i pareggi di bilancio con tagli estremi di servizi? Elemento sicuramente importante il pareggio di bilancio,ma potrebbe essere raggiunto con idee innovative e lungimiranti, con minori tagli e migliori investimenti. Perchè solamente chi investirà in maniera innovativa potrà garantire servizi di alto livello nel tempo; diversamente si cadrà nella banale gestione burocratica, che porterà al decadimento del benessere di tutti. Qui si tratta di avere un pochino di visione futura, ma questa è fantapolitica, probabilmente irraggiungibile utopia, vista la mediocrità imperante nelle forze politiche, tutte tese ad individuare i nuovi capi bastone, tralasciando programmi per il futuro, considerati in secondo piano e poco rilevanti.
Marco Ianes
Ecologisti e reti civiche- Verdi europei

mercoledì 10 aprile 2013

Energia per produrre moduli e pannelli: consumi ridotti e payback breve!

Tra i luoghi comuni usati dai detrattori del fotovoltaico c'è quello che per fabbricare celle, moduli e componenti si spende più energia di quanta ne produca l'impianto.

Ovviamente non è vero, altrimenti fare FV sarebbe una pessima idea: un impianto, che ha una vita utile di circa 30 anni, restituisce l'energia impiegata per produrlo tra gli 1 e i 4 anni a seconda della tecnologia: il film sottile richiede ad esempio meno energia per la produzione del cristallino.


Come ci mostra la letteratura scientifica raccolta dai NREL del DoE Usa l'energia investita per produrre un impianto fotovoltaico, componenti e installazione compresa, va dal 13 a 3% di quella che il sistema produrrà in 30 anni. Se confrontiamo l'energy payback ratio, ossia il rapporto tra energia investita ed energia prodotta, con quello delle altre fonti, vediamo che il fotovoltaico ha prestazioni leggermente superiori ad esempio ad una centrale a carbone, con la differenza che, nel caso del FV, dall'87 al 97% dell'energia prodotta dall'impianto non comporta alcun tipo di emissione o inquinamento. Detto questo, è però vero che l'industria fotovoltaica è altamente energivora: ad esempio il silicio viene lavorato a temperature sopra i 1600 °C, ottenute in forni elettrici. Negli anni passati quando la quantità di impianti fotovoltaici in funzione era relativamente contenuta, la produzione di celle, moduli e componenti assorbiva più energia di quella prodotta dagli impianti operativi. La notizia è che adesso, come spiega uno studio della Stanford University, con l'aumento della potenza installata e il miglioramento dell'efficienza nei processi produttivi, al fotovoltaico non si può rinfacciare nemmeno quello: gli impianti in funzione producono più di quanto venga consumato per farne di nuovi. Secondo lo studio, infatti, l'anno scorso è stato il primo anno nel quale dagli impianti FV già installati è venuta più energia di quella consumata dall'intera industria. Per fare un paragone, nel 2000 la produzione aveva consumato il 75% di energia in più rispetto a quella che gli impianti in funzione avevano prodotto. Di questo passo la produzione di celle, moduli e componenti potrebbe ripagare il debito energetico accumulato negli anni passati forse già nel 2015 e certamente non oltre il 2020. Oltre all'aumento della capacità già installata in rapporto a quella che si produce annualmente, si spiega, a migliorare il bilancio e a rendere più veloce il recupero è l'aumentata efficienza nei processi produttivi, progresso che dovrebbe proseguire nei prossimi anni. Parallelamente alla crescita dell'industria e al calo dei prezzi infatti è diminuito anche il costo energetico dei moduli. Ora si usano wafer più sottili, materia prima meno lavorata e si sono ridotti gli sprechi di silicio. Inoltre sono migliorate le efficienze e, infine, ulteriori miglioramenti possono venire da un maggior impiego dei moduli a film sottile, che hanno un costo energetico molto più basso dei cristallini. Per sostenere una crescita che porti al 2020 a coprire con il FV il 10% del fabbisogno elettrico mondiale, spiega il report, con l'efficienza attuale l'industria del FV porterebbe a consumare circa il 9% dell'elettricità del mondo. Ma se i progressi nell'efficienza continueranno ai ritmi registrati in questi ultimi anni dovrebbe bastare meno del 2% del fabbisogno elettrico.

Fonte: QualEnergia.it

domenica 7 aprile 2013

Il programma prima dei nomi.


Non v'è dubbio, come giustamente ha detto il consigliere Giorgio Lunelli, che il candidato presidente della futura coalizione dovrà essere una persona che crede nella squadra. Però, vorrei aggiungere anche che dovrà credere e sostenere un programma politico condiviso, costruito assieme alla coalizione e che garantisca uno sviluppo sostenibile al nostro Trentino, garantendo e salvaguardando i valori dell'autonomia, difendendola non certo con arroccamenti, bensì ristrutturandola per ridarle vigore e credibilità, quella credibilità che, a livello nazionale, non sempre è riconosciuta. Dunque, perché noi Ecologisti e Reti civiche - Verdi Europei non abbiamo fatto il nome del nostro candidato o candidata? Semplicemente perché crediamo fortemente che,dal programma solamente si possa partire per identificare le persone che lo possono sostenere; soprattutto crediamo sia necessario proporre, agli elettori, le idee di un centro sinistra autonomista rinnovato, nei programmi, nei metodi, nelle persone. Alcuni spunti di riflessione, noi li abbiamo e vorremmo cercare convergenza e sintesi comune, prima di determinare, di comune accordo, chi potrà farsi promotore di questo programma politico.
Sono più di sei mesi che gli Ecologisti- Reti civiche e Verdi Europei stanno lavorando a questo nuovo  programma, che tiene conto di proposte innovative, da proporre ai cittadini trentini.  Qui una breve sintesi, come spunto di riflessione per tutti e con l'invito a integrare, correggere , discutere; questo invito, però non può essere limitato alle sole forze politiche, ma va esteso, ed è proprio quello che vorremmo fare, alla cittadinanza, affinché possa portare validi contributi per condividere il più possibile l'idea di fondo: un Trentino moderno con un'autonomia credibile e sostenibile,  non più attaccabile dall'esterno, bensì presa a reale modello innovativo di sviluppo economico sociale; non sempre, lo dobbiamo dire, siamo stati in grado di dare questa fotografia della nostra autonomia e, su questo, dobbiamo inevitabilmente lavorare. Ecco, quindi, alcuni temi fondamentali sui quali proponiamo di confrontarci come coalizione, prima di mettere in campo nomi: 
 Nuova legge quadro sugli investimenti per la riqualificazione energetica degli stabili pubblici (comunali,provinciali,comunità di valle), nel quale si prevede un piano di investimento quinquennale a disposizione delle varie amministrazioni per favorire le ristrutturazioni, non solo dei privati, come peraltro sta per essere varato dall'attuale giunta, ma anche delle aziende, delle scuole e delle strutture in genere; questo darebbe fiato per parecchi anni, alle aziende del settore delle costruzioni (edili,elettiche,idrauliche...); modifica degli assetti delle comunità di valle (così non funzionano bene!), con maggiori deleghe territoriali, con calibrazione delle risorse proporzionate agli interventi di valorizzazione del territorio e salvaguardia del patrimonio edilizio e culturale locale; investimenti in ambito energetico, con nuova legge quadro sull'energia, con particolare riferimento allo sviluppo delle energie da fonti rinnovabili, legate alla dismissione progressiva delle fonti fossili, nuova legge provinciale sulla gestione dei rifiuti, con sistemi innovativi, strutturando e dirigendo il sistema in regia provinciale su tutto il territorio, ricordandoci che in oltre quindici anni ci troviamo ancora con il problema da risolvere; nuova predisposizione e riassetto delle varie società partecipate, con riduzione dei costi e ricalibrazione dei vari assetti dirigenziali; nuova legge sugli appalti pubblici, con valorizzazione delle imprese ad alto contenuto tecnologico ed innovativo, con valorizzazione e sostentamento di quelle radicate sul territorio e nuovi parametri di attribuzione degli appalti, che valorizzino gli aspetti tecnici, compatibilmente con quelli economici, uscendo da logiche di massimo ribasso senza valutazioni territoriali e di competenze consolidate;  nuovo piano di investimenti sulla ricerca, ai fini di valorizzare le peculiarità territoriali di sviluppo, in sinergia con il concetto di sviluppo eco- sostenibile. Queste sono solo alcune tracce che devono essere sviluppate,qualora si intenda perseguire l'obiettivo di anteporre il programma, rispetto alle partecipazioni ad una coalizione che, nella gente, è vista come superata, così come è strutturata ora. Ecco perché noi, nomi per ora non vogliamo farne, ma vogliamo parlare di programmi e, solo dopo questo fondamentale passaggio, elaborare assieme una sintesi convergente sui nomi, siano essi per le primarie o direttamente per la squadra da presentare alle prossime elezioni. Tutto il resto, a mio modesto e personale parere, mi sembra davvero poco serio e indicatore di un metodo di fare politica che i cittadini poco condividono e ritengono sicuramente superato e non più credibile;  ecco perché il fenomeno M5S prende credibilità negli elettori; non cadiamo nel tranello di questa corsa tra cavalli di razza, altrimenti rischiamo di perdere di vista le reali necessità e richieste delle persone a cui andremo a chiedere la fiducia, e lo potremmo pagare molto caro! 
Marco Ianes - ecologisti e reti civiche - Verdi Europei.