"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


venerdì 10 febbraio 2012

Inceneritore a Trento:scelta sempre più folle e insostenibile!

Mercoledì scorso sono stato ospite della trasmissione “Trentino in diretta”, che aveva come tema la gestione dei rifiuti, con particolare riferimento alla costruzione dell’inceneritore di Trento.

Nella trasmissione condotta dal giornalista Paolo Mantovan, erano ospiti anche l’assessore all’ambiente e vice-presidente della giunta provinciale Alberto Pacher, Emanuela Varisco, con la quale condivido l’appartenenza a Coordinamento Trentino Pulito ,l’ingegner Walter Giordani, per anni tecnico di ASM ed esperto di energia, come il sottoscritto ed il consigliere della Lega Nord Giuseppe Filippin.

Ognuno, ovviamente, sosteneva le proprie tesi, chi supportandole con dati (io e Giordani, ovviamente essendo tecnici), chi con parole derivate dalla politica. Io ho posto il seguente quesito all’assessore:” Perché perseguire la costruzione di un inceneritore, se la raccolta differenziata è in ascesa? Ha senso continuare su una scelta che non è più sostenibile nemmeno economicamente, oltre che dal punto di vista ambientale?” La risposta, ovviamente, non è arrivata con supporti tecnici; l’assessore ha ribadito la scelta di costruire l’inceneritore, ha confermato che il bando è in predisposizione e che entro aprile sarà emesso, eludendo e dribblando una risposta chiara e supportata da dati oggettivi, che potessero confutare le mie tesi. A fronte di questa ottusa posizione, arroccata su scelte non più logiche e tecniche, ma solo politiche, anche l’ingegner Giordani è arrivato a sostenere che, senza la costruzione di una rete di teleriscaldamento, l’inceneritore è una costruzione assurda! Un altro professionista, che non è certamente un anti-incenetorista, ha confermato le mie tesi già enunciate tempo fa; la macchina inceneritore sarà una voragine energetica, che non servirà a nulla, appunto energeticamente parlando. Infatti, per sfruttarne l’energia termica, sarebbe necessario realizzare una fitta rete di teleriscaldamento e per fare ciò ci vorrebbero 10-12 anni di lavori di scavi e adduzioni varie in giro per la città! Di fronte a ciò, l’assessore ha risposto dicendo che si potrebbe cominciare a tele riscaldare la zona interportuale! Siamo alla farsa più ridicola! Riscaldare capannoni mezzi vuoti! Non ci sono state date argomentazioni valide a sostegno della costruzione di un inceneritore e, persino chi lo deve proporre politicamente, è entrato in confusione totale quando è stato messo di fronte a dati tecnici che sostengono inequivocabilmente il disastro economico-energetico di un inceneritore, senza adeguato sfruttamento del potenziale energetico. E pensare che non siamo nemmeno riusciti a parlare dell’impatto ambientale, dell’impatto sul Trentino turistico, sull’immagine di “aria pulita” che abbiamo in giro per il mondo. Due tecnici che si occupano di energia da parecchi anni, con visioni opposte all’incenerimento, hanno convenuto che l’inceneritore a Trento è un’assurdità, senza una rete di teleriscaldamento. Perché tale rete non sarà mai realizzata in tempi utili per lo sfruttamento del potenziale dell’inceneritore stesso. Perché perseguire questa strada obsoleta e fuori target per il nostro Trentino? Non si può davvero pensare di ricalibrare il sistema di gestione dei rifiuti, introducendo la tariffa puntuale e gestendo l’indifferenziato residuo con tecniche innovative che già sono applicate in giro per il mondo? Perché insistere su una strada che è già sbagliata in partenza, a detta di tutti i tecnici che si occupano di energia? E, ripeto, abbiamo solo parlato di bilancio energetico! Se mettiamo in campo tutti gli altri fattori, quali impatto ambientale permanente, anti-economicità costruttiva e gestionale, immagine del Trentino, terra pulita per ora, seriamente compromessa, salute dei cittadini altrettanto seriamente compromessa per le emissioni dannose, potremmo tranquillamente dire : “FERMIAMOCI FINCHE’ SIAMO IN TEMPO”! E lavoriamo assieme per dare al nostro Trentino un’alternativa nella gestione dei rifiuti che è possibile, senza incenerire, ma sfruttando l’energia generata dal recupero dei materiali; ricordando che si guadagna più energia recuperando, che non bruciando; e questa non è un’opinione, ma un dato oggettivo.

mercoledì 8 febbraio 2012

Fai da te fotovoltaico? Una pazzia!!!

Ho appreso, con sgomento, che EUROBRICO ha commercializzato un kit "fai da te" per installare l'impianto fotovoltaico sulla propria abitazione! Ecco le mie considerazioni, esternate al giornale TRENTINO, in seguito all'articolo che annunciava il grande evento!

Egregio Direttore, mi permetta di inviarle alcune considerazioni in merito all’articolo a firma della giornalista Marika Caumo, in merito ad un presunto “kit fai da te” commercializzato da una nota azienda di bricolage e similare.Pongo alcune questioni, non da poco, che riguardano l’impiantistica elettrica: secondo il DM37/08 gli impianti fotovoltaici possono essere progettati ed installati solo da persone con i requisiti tecnici riconosciuti (per progettisti laurea o diploma ed iscrizione al rispettivo ordine professionale, mentre per l'installazione si parla di imprese iscritte alla camera di commercio/artigiani, in possesso appunto dei requisiti tecnici di elettricista); secondo tale DM 37/08 a fine lavori dovrà essere redatta una dichiarazione di conformità; chi la firmerà in caso di posa fai da te? Chi timbrerà il progetto in caso di posa fai da te? Senza questi documenti il GSE non riconoscerà le tariffe incentivanti ai sensi del famoso "conto energia". Il kit fai da te è, molto probabilmente, fuori norma e fuori legge in partenza! Poi, altra questione: come si fa a sapere se il kit fotovoltaico acquistato è idoneo per il tipo di tetto sul quale dovrebbe essere installato? E se il tetto è soggetto a tutela paesaggistica, chi farà le pratiche per ottenere i permessi? Mi sembra davvero l'ennesima truffa ai danni dei poveri utenti che credono di risparmiare, ma in realtà si troveranno con sotto-prodotti e con guai burocratico-amministrativi a non finire. Altra questione: chi andrà sul tetto a montare il kit fai da te? Con il rispetto di tutte le norme di sicurezza previste per i lavori in altezza, o mettendo a rischio l'incolumità dell'installatore improvvisato e magari anche poi di chi vive nella casa, per un montaggio magari eseguito non proprio a regola d'arte? L’impianto fotovoltaico mette in gioco tensioni a volte molto pericolose: per un impianto domestico, mettendo in serie i pannelli, si raggiungono tensioni anche di 250-300 V; tali tensioni sono pericolose per la sicurezza delle persone e fanno rientrare i lavori nel campo di una normativa particolare, che regolamenta i “lavori sotto tensione”, che possono essere eseguiti solo da persone esperte e qualificate ( la norma dice proprio così!); ma ce lo vedete voi, l’artigiano “fai da te”, che sbaglia un collegamento e rimane fulminato sul posto, oppure subendo gravi traumi, non sapendo nemmeno da dove è arrivata la scossa?Questa iniziativa è a dir poco scellerata e pericolosissima, per la sicurezza più che per il mercato del settore; per la sicurezza degli installatori improvvisati e per la sicurezza degli impianti in generale. Qui non si tratta di bricolage, di cambiare una portina di un mobile o di installare un lampadario! Qui si tratta di impianti tecnologici particolari, che richiedono preparazione settoriale e grande attenzione e conoscenza dei pericoli reali. Un'ultima domanda: montereste mai una caldaia a gas con il "kit fai da te"? Se la risposta è no, per ovvi motivi di sicurezza e corretto funzionamento, perché con impianti elettrici e fotovoltaici si vuole improvvisare?