"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


domenica 21 novembre 2010

Nuova biblioteca universitaria e ex carceri trentine: perché non ristrutturare?

Ho visto la proposta dell’architetto Botta, in merito alla costruzione di una nuova biblioteca, in piazzale San Severino a Trento.
A mio avviso, la scelta appare alquanto azzardata e poco realistica; non capisco perché, in una zona che rappresenta una porta d’ingresso nota e consolidata al centro storico, si sia pensato di realizzare un’opera simile. Esistono, a mio modesto parere, altre possibilità. Mi permetto di citarne una, come esempio: le attuali carceri di Trento, che saranno destinate alla demolizione. Si potrebbe effettuare una seria ristrutturazione edilizia, adeguare l’impiantistica e realizzare la biblioteca universitaria in questo sito. Si raggiungerebbero alcuni obiettivi importanti:
1. Recupero di un sito a valenza storica;
2. Salvaguardia di una porta d’ingresso importante per il centro storico, magari potenziandone la ricettività di parcheggio, (con una parcheggio interrato in piazzale San Severino?);
3. Risparmio di soldi per la collettività, evitando sprechi per una costruzione che definire assurda e fuor di luogo è dir poco.
Forse varrebbe la pena di predisporre un piano di sviluppo omogeneo per la nostra città e non solo mirato alla singola opera; non è possibile ragionare in termini di utilità della singola opera, senza analizzare globalmente la realtà territoriale. È importante, a mio modesto parere, individuare necessità che sono indubbiamente importanti e non più rinviabili, come il caso della biblioteca, ma è altrettanto fondamentale ricercare sinergie e omogeneità nelle scelte logistiche, sfruttando il più possibile ciò che già esiste, investendo risorse per il recupero edilizio di strutture che potrebbero svolgere adeguatamente le funzioni necessarie. Mi sembra che, molto spesso, le decisioni vengano prese a compartimenti stagni, senza analizzare le varie possibilità che già esistono sul territorio. Mi sembra, anche, che difetti una corretta regia per uno sviluppo sostenibile della città e delle future costruzioni che dovranno sostenere la richiesta di servizi. Forse varrebbe la pena ragionare un po’ meglio su come investire certe risorse, visti i tempi bui che sono stati prospettati dai nostri governanti, sia in comune , che in provincia. Non trova molta coerenza,sempre a mio modesto parere, dichiarare che ci saranno sempre meno soldi e poi, come conseguenza, decidere di costruire nuove strutture che risultano poco giustificabili, soprattutto se ce ne sono altre che possono essere recuperate e convertite, con costi minori per la collettività, per raggiungere gli stessi obiettivi.

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