"Le idee fanno grandi gli uomini; gli uomini possono rendere grandi le idee, realizzandole!" (Marco Ianes)


mercoledì 30 dicembre 2009

via Bettino Craxi, politico,corrotto,latitante....

Quando passerete da Milano, magari nella futura strada intitolata a Bettino Craxi, ricordatevi chi è stato il "signore" in questione...; e se non vi rammentate dei fatti, ecco un interessante sunto, proposto dal giornalista Marco Travaglio, che riporto fedelmente.
Ogni ulteriore commento è veramente superfluo.
Buona lettura.
Marco Ianes

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Articolo di Marco Travaglio pubblicato su "il Fatto Quotidiano" di oggi a pagina 6.

"Al momento della morte, nel gennaio del 2000, Bettino Craxi era stato condannato in via definitiva a 10 anni per corruzione e finanziamento illecito (5 anni e 6 mesi per le tangenti Eni-Sai; 4 anni e 6 mesi per quelle della Metropolitana milanese). Altri processi furono estinti “per morte del reo”: quelli in cui aveva collezionato tre condanne in appello a 3 anni per la maxitangente Enimont (finanziamento illecito), a 5 anni e 5 mesi per le tangenti Enel (corruzione), a 5 anni e 9 mesi per il conto Protezione (bancarotta fraudolenta Banco Ambrosiano); una condanna in primo grado prescritta in appello per All Iberian; tre rinvii a giudizio per la mega-evasione fiscale sulle tangenti, per le mazzette della Milano-Serravalle e della cooperazione col Terzo Mondo.
Nella caccia al tesoro, anzi ai tesori di Craxi sparsi per il mondo tra Svizzera, Liechtenstein, Caraibi ed Estremo Oriente, il pool Mani Pulite ha accertato introiti per almeno 150 miliardi di lire, movimentati e gestiti da vari prestanome: Giallombardo, Tradati, Raggio, Vallado, Larini e il duo Gianfranco Troielli & Agostino Ruju (protagonisti di un tourbillon di conti e operazioni fra HongKong e Bahamas, tuttora avvolti nel mistero per le mancate risposte alle rogatorie).

Finanziamenti per il Psi?
No, Craxi rubava soprattutto per sé e i suoi cari. Principalmente su quattro conti personali: quello intestato alla società panamense Constellation Financière presso la banca Sbs di Lugano; il Northern Holding 7105 presso la Claridien Bank di Ginevra; quello intestato a un’altra panamense, la International Gold Coast, presso l’American Express di Ginevra; e quello aperto a Lugano a nome della fondazione Arano di Vaduz. “Craxi – si legge nella sentenza All Iberian confermata in Cassazione - è incontrovertibilmente responsabile come ideatore e promotore dell’apertura dei conti destinati alla raccolta delle somme versategli a titolo di illecito finanziamento quale deputato e segretario esponente del Psi. La gestione di tali conti… non confluiva in quella amministrativa ordinaria del Psi, ma veniva trattata separatamente dall’imputato tramite suoi fiduciari… Significativamente Craxi non mise a disposizione del partito questi conti”.
Su Constellation Financiere e Northern Holding - conti gestiti dal suo compagno di scuola Giorgio Tradati - riceve nel 1991-‘92 la maxitangente da 21 miliardi versata da Berlusconi dopo la legge Mammì. Sul Northern Holding incassa almeno 35 miliardi da aziende pubbliche, come Ansaldo e Italimpianti, e private, come Calcestruzzi e Techint.

Nel 1998 la Cassazione dispone il sequestro conservativo dei beni di Craxi per 54 miliardi. Ma nel frattempo sono spariti. Secondo i laudatores, Craxi fu condannato in base al teorema “non poteva non sapere”. Ma nessuna condanna definitiva cita mai quell’espressione. Anzi la Corte d’appello di Milano scrive nella sentenza All Iberian poi divenuta definitiva: “Non ha alcun fondamento la linea difensiva incentrata sul presunto addebito a Craxi di responsabilità di ‘posizione’ per fatti da altri commessi, risultando dalle dichiarazioni di Tradati che egli si informava sempre dettagliatamente dello stato dei conti esteri e dei movimenti sugli stessi compiuti”.

Tutto era cominciato “nei primi anni 80” quando – racconta Tradati a Di Pietro – “Bettino mi pregò di aprirgli un conto in Svizzera. Io lo feci, alla Sbs di Chiasso, intestandolo a una società panamense (Constellation Financière, ndr). Funzionava cosí: la prova della proprietà consisteva in una azione al portatore, che consegnai a Bettino. Io restavo il procuratore del conto”. Su cui cominciano ad arrivare “somme consistenti”: nel 1986 ammontano già a 15 miliardi.
Poi il deposito si sdoppia e nasce il conto International Gold Coast, affiancato dal conto di transito Northern Holding, messo a disposizione dal funzionario dell’American Express, Hugo Cimenti, per rendere meno identificabili i versamenti. Anche lí confluiscono ben presto 15 miliardi.
Come distinguere i versamenti per Cimenti da quelli per Tradati, cioè per Craxi?

“Per i nostri – risponde Tradati – si usava il riferimento ‘Grain’. Che vuol dire grano”. Poi esplode Tangentopoli. “Il 10 febbraio ‘93 Bettino mi chiese di far sparire il denaro da quei conti, per evitare che fossero scoperti dai giudici di Mani pulite. Ma io rifiutai e fu incaricato qualcun altro (Raggio, ndr): so che hanno comperato anche 15 chili di lingotti d’oro… I soldi non finirono al partito, a parte 2 miliardi per pagare gli stipendi”.
Raggio va in Svizzera, spazzola il bottino di Bettino e fugge in Messico con 40 miliardi e la contessa Vacca Agusta. I soldi finiscono su depositi cifrati alle Bahamas, alle Cayman e a Panama.
Che uso faceva Craxi dei fondi esteri? “Craxi – riepilogano i giudici – dispose prelievi sia a fini di investimento immobiliare (l’acquisto di un appartamento a New York), sia per versare alla stazione televisiva Roma Cine Tv (di cui era direttrice generale Anja Pieroni, legata a Craxi da rapporti sentimentali) un contributo mensile di 100 milioni di lire. Lo stesso Craxi, poi, dispose l’acquisto di una casa e di un albergo [l’Ivanohe] a Roma, intestati alla Pieroni”. Alla quale faceva pure pagare “la servitú, l’autista e la segretaria”.
Alla tv della Pieroni arrivarono poi 1 miliardo da Giallombardo e 3 da Raggio. Craxi lo diceva sempre, a Tradati: “Diversificare gli investimenti”.
Tradati eseguiva: “Due operazioni immobiliari a Milano, una a Madonna di Campiglio, una a La Thuile”. Bettino regalò una villa e un prestito di 500 milioni per il fratello Antonio (seguace del guru Sai Baba).

E il Psi, finito in bolletta per esaurimento dei canali di finanziamento occulto? “Raggio ha manifestato stupore per il fatto che, dopo la sua cessazione dalla carica di segretario del Psi, Craxi si sia astenuto dal consegnare al suo successore i fondi contenuti nei conti esteri”.
Anche Raggio vuota il sacco e confessa di avere speso 15 miliardi del tesoro craxiano per le spese della sua sontuosa latitanza in Messico.

E il resto?
Lo restituì a Bettino, oltre ad acquistargli un aereo privato Sitation da 1,5 milioni di dollari e a disporre –scrivono i giudici– “bonifici specificatamente ordinati da Craxi, tutti in favore di banche elvetiche, tranne che per i seguenti accrediti: 100.000 dollari al finanziere arabo Zuhair AlKatheeb” e 80 milioni di lire(«$ 40.000/s. Fr. 50.000 Bank of Kuwait Lnd») per “un’abitazione affittata dal figlio di Craxi (Bobo, ndr) in Costa Azzurra”, a Saint-Tropez, “per sottrarlo - spiega Raggio - al clima poco favorevole creatosi a Milano”.
Anche Bobo, a suo modo, esule.

Quando i difensori di Craxi ricorrono davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, nella speranza di ribaltare la condanna Mm, vengono respinti con perdite. “Non è possibile – scrivono i giudici di Strasburgo il 31 ottobre 2001 – pensare che i rappresentanti della Procura abbiano abusato dei loro poteri”. Anzi, l’iter dibattimentale “seguí i canoni del giusto processo” e le proteste dell’imputato sulla parzialità dei giudici “non si fondano su nessun elemento concreto… Va ricordato che il ricorrente è stato condannato per corruzione e non per le sue idee politiche”.

martedì 22 dicembre 2009

Natale in arrivo...



E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.
E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano,nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e le tue debolezze.
E’ Natale ogni volta che credi in un futuro migliore per tutti.
E’ Natale ogni volta che credi di poter migliorare il mondo in cui vivi, con la semplicità dei tuoi giorni, ma con la coerenza del tuo pensiero libero.
E’ Natale ogni volta che credi che ogni giorno possa essere Natale.


I più sinceri auguri a tutti, per un sereno e lieto Natale.

Un abbraccio sincero a tutti gli amici e conoscenti.

AUGURI A TUTTI:
in Inglese Merry Christmas
in Spagnolo Feliz Navidad
in Francese Joyeux Noel
in Tedesco Froehliche Weihnachten
in Svedese Glad Yul
in Polacco Weselych Swiat
in Giapponese Kurisumasu Omedeto
in Rumeno Sarbatori vesele
in Albanese Gezur Krislinjden

mercoledì 16 dicembre 2009

Finanziaria: le tristi realtà!

Ecco l'intervento di Antonio Borghesi alla camera, sulla finanziaria; ascoltatelo e capite cosa sta succedendo!


lunedì 14 dicembre 2009

Aggressione a Berlusconi: condanna totale per l'atto violento.

Gravissimo l'atto di violenza subito da Berlusconi: ecco una riflessione dell'on. Massimo Donadi, capogruppo alla camera di Italia dei Valori, che propongo come sintesi e come linea guida del partito; come al solito sono state strumentalizzate le parole di Di Pietro e quindi ecco la verità sul pensiero di Italia dei Valori.
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Dal blog di MASSIMO DONADI:
Il volto insanguinato e ferito del premier colpisce come un pugno allo stomaco. E’ il viso di un uomo spaventato, fragile, tremante che, all’improvviso, mostra tutti gli anni che ha. Guardo quel volto e vedo l’uomo, non l’avversario politico, per questo il mio sentimento è di umana pietà. Non ci possono essere ambiguità al riguardo. Episodi di tale violenza devono essere condannati senza se e senza ma. Provo orrore e vergogna per i gruppi di facebook che stanno nascendo in queste ore e che inneggiano all’autore di questo atto violento, un uomo con gravi problemi mentali.Sono attimi convulsi quelli che hanno seguito il ferimento del premier, minuti concitati durante i quali si è temuto il peggio, un attentato dalle proporzioni ben più drammatiche. Poi, a tragedia evitata, inizia il balletto assurdo e ipocrita della politica.Non sono passati neanche venti minuti dall’aggressione al premier che il solito Capezzone detta alle agenzie le sue perle di saggezza: “I seminatori d’odio fanno scuola”. Sappiamo chi sono i seminatori d’odio per Capezzone: Repubblica, Di Pietro ed il Tg3. Sette minuti prima di Capezzone, Di Pietro, intervistato dall’Adnkronos, dice “Io non voglio che ci sia mai violenza ma Berlusconi con i suoi comportamenti e il suo menefreghismo istiga alla violenza”. Tecnicamente, l’agenzia di Capezzone e l’intervista di Di Pietro sono coeve, avvengono in contemporanea, anche se quella di Di Pietro appare nelle agenzie qualche minuto prima. Ma è l’unica voce fuori dal coro dell’ipocrisia, quella di Di Pietro, che scatena il solito inferno. Non quelle di Capezzone che ha già individuato prima della polizia i colpevoli.Quando accadono fatti di tale gravità, si devono necessariamente contestualizzare politicamente e socialmente i fatti, perché solo così facendo si può forse arrivare a capire la verità che si nasconde dietro un gesto sconsiderato. E’ questo quello che, Di Pietro a caldo e Rosy Bindi a freddo, hanno fatto ieri. Hanno espresso umana solidarietà e vicinanza al premier, senza se e senza ma, poi, con l’onestà intellettuale e politica che li caratterizza entrambi, hanno cercato di capire e di comprendere il folle gesto, senza ipocrisia.E la realtà di questo Paese, se si è politici veri e non ipocriti di palazzo, abituati ad andare in piazza e nelle fabbrica, ad ascoltare i problemi delle famiglie e dei lavoratori, è di tensione, allarme e, in molti casi, di disperazione sociale. D’altronde, è da giorni che Di Pietro lo va ripetendo. E si doveva essere ciechi e sordi per non capire. E cosa ha fatto il governo sino ad oggi per contrastare la crisi economica? E’ rimasto a guardare. Chi mentre il Paese va alla deriva, travolto dalla più grave crisi economica di tutti i tempi, ha messo al centro dell’azione di governo, non il lavoro, la scuola, i precari, ma i guai giudiziari del premier?In questo clima difficile e teso la mente di una persona disturbata può trovare conforto ai suoi pensieri più esecrabili e folli. Su questo dovrebbero riflettere i tanti soloni del centrodestra, invece di fare a gara a chi pronuncia la fatwa più dura nei confronti di Di Pietro. E su questo dovrebbe riflette anche Casini che, fino a due giorni fa, invocava “uno schieramento repubblicano a presidio della democrazia”. E Franceschini che, solo due giorni fa, parlava di mettere in piedi una specie di nuovo Comitato di Liberazione nazionale, lasciando entrambi chiaramente intendere che in Italia la democrazia è in pericolo.Cosa è cambiato da due giorni a questa parte? Erano ipocriti allora o sono ipocriti oggi che, per partecipare alla grande gara della solidarietà, fingono di non ricordarsi più quello che hanno detto due giorni fa? Noi siamo coerenti e diciamo, senza mezzi termini, che fino a quando l’agenda del Governo sarà quella di smantellare la giustizia e delegittimare sistematicamente la Corte costituzionale e la presidenza della Repubblica, noi non volteremo la testa dall’altra parte e continueremo a contrastare l’azione di questo Governo con tutte le nostre forze. Ribadiamo, quindi, che la solidarietà verso l’uomo Berlusconi è piena e convinta ma i toni del confronto politico, per quanto ci riguarda, potranno cambiare soltanto quando dall’agenda del Governo spariranno le leggi ad personam e tutte le altre nefandezze che, da un anno, tengono il Paese inchiodato e ci si occuperà, finalmente, dei temi del lavoro, della solidarietà e del rilancio complessivo di un paese sfibrato da 15 anni di berlusconismo.

lunedì 30 novembre 2009

RIFORMA SCOLASTICA:PARLIAMONE!


ITALIA DEI VALORI PER IL COMUNE DI TRENTO

CHE FORMA HA LA RIFORMA?

LA SCUOLA TRENTINA SI INTERROGA SUL SUO FUTURO, TRA PROPOSTE E PROTESTE.

AULA 7 – FACOLTA’ DI GIURISPRUDENZA DI TRENTO ENTRATA DA VIA ROSMINI,27 – PIANO -1

VENERDÌ 4 DICEMBRE 2009 – ORE 16:00



Interventi di:
· On. Pierfelice Zazzera – deputato di Italia dei Valori - Componente della commissione "VII Cultura scienza e istruzione".
· Matteo Dalla Torre – docente di discipline giuridiche nella scuola superiore.
· Giovanna Giugni – docente di discipline giuridiche nella scuola superiore – consigliere comunale di Trento.
· Marco Ianes – docente di discipline tecniche nella formazione professionale – referente del commissario straordinario di Trento.
È stata invitata a partecipare la dott.ssa Marta Dalmaso – assessore provinciale all’Istruzione e Sport.
Docenti,genitori, studenti e cittadini sono invitati a partecipare.

giovedì 26 novembre 2009

COMUNITA’ DI VALLE: ALTRI SOLDI PUBBLICI BUTTATI.


Da sempre, Italia dei Valori è contraria all'istituzione delle comunità di valle. Lo abbiamo sempre detto, lo abbiamo anche dichiarato più volte, pubblicamente e nei nostri programmi. Siamo una popolazione di circa mezzo milione di abitanti (nemmeno una metropoli!) e abbiamo 5 livelli di governo: regione, provincia, comuni, comunità di valle e circoscrizioni! Manca solo la riunione di condominio, dove eleggere il presidente di turno, a cui dare una bella indennità e siamo a posto!
Ora, sono state istituite queste comunità di valle e cominceranno a "succhiare" soldi pubblici, prima ancora che vengano attribuite competenze e, soprattutto, sedi, poiché non ancora definite; membri saranno i consiglieri comunali, già eletti per altre funzioni, ma non paghi, diventeranno anche membri delle comunità di valle! A ciò, si aggiunge la tristissima vicenda dei giorni scorsi, dove il consiglio provinciale ha approvato il fatto che, il giorno delle elezioni dei rappresentanti dei cittadini nelle comunità di valle, sarà diverso dal giorno previsto per i rinnovi dei consigli comunali, programmati nel maggio 2010. Invece che istituire un "election day", dove si sarebbero potuti eleggere tutti i rappresentanti, comunali e delle comunità di valle, è stato deciso di rimandare ad ottobre l'elezione dei secondi! Il tutto costerà, alla comunità trentina, la bellezza di circa DUE MILIONI di euro in più!
Intanto le aziende trentine sono in difficoltà, molte famiglie stentano ad arrivare a fine mese e la scuola subirà tagli incredibili, dettati da una riforma per nulla condivisa dagli operatori e dagli utenti e mai discussa all’interno della coalizione di maggioranza.
Lo spreco di denaro pubblico è enorme; già di per se spropositato con la costituzione delle comunità di valle stesse, ancora maggiore con la separazione delle date delle elezioni; la responsabilità delle minoranze, che hanno minacciato l’ostruzionismo in consiglio provinciale è enorme, ma la maggioranza non è esente da colpe, perché, invece di combattere politicamente i tentativi ostruzionistici, ha accettato supinamente il compromesso, cedendo ai pretesti messi in campo per favorire una corretta informazione agli elettori. Ma davvero si pensa che, da qui a maggio,gli elettori non sarebbero stati in grado di documentarsi in merito alle elezioni delle comunità di valle? Ma dove pensate vivano gli elettori? Credo che la politica dovrebbe rivedere molti atteggiamenti superficiali, che costano alla collettività, che pesano sull’economia delle famiglie. Cosa avremmo potuto fare con quei DUE MILIONI di euro, letteralmente buttati via? Qualche casa in più, qualche aiuto a famiglie in difficoltà, qualche finanziamento all’istruzione, sempre più penalizzata?
Una proposta provocatoria: ai consiglieri provinciali, chiediamo di restituire tale cifra; due milioni di euro diviso trentasei consiglieri, fanno “solo” 55.555 euro a testa! Attendiamo il rimborso e non vacue parole di rimpianto! Così avremmo evitato gli ostruzionismi delle minoranze e pure gli sprechi, dando un esempio di sobrietà e di vicinanza ai cittadini!

Marco Ianes – referente del commissario straordinario di Italia dei Valori del Trentino

lunedì 9 novembre 2009

IL CORAGGIO DI ESSERE LIBERI

Un nuovo modo di fare politica; ecco, in questa frase viene rappresentata la volontà di Italia dei Valori nel proporre una nuova via, un nuovo percorso da intraprendere per tentare di far rinascere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nella politica. A Vasto, al raduno nazionale di Italia dei Valori, si è parlato di "alternativa di governo"; si è parlato di idee per un futuro migliore del nostro Paese, di proposte vere e reali per governare il Paese, per il bene di tutti i cittadini. Ma non solo! Si è parlato di cosa sta evolvendo nel partito stesso. Si è definito chiaramente che Italia dei Valori è un partito post-ideologico, un partito non di destra, non di sinistra, non di centro, ma un partito di idee, di soluzioni, di proposte reali. In quest'ottica, anche a Trento, con coerenza al programma nazionale e locale, si è deciso di dire NO all'inceneritore; di dire NO ad un punto del programma di coalizione; si è scelto di "essere opposizione seria e propositiva, all'interno della maggioranza"! Si è scelto un NO, coerente con quanto dichiarato sin dall'inizio del sostegno al candidato sindaco Andreatta, il quale sapeva bene la nostra posizione e l'ha accettata, fin dall'inizio; sapeva che avremmo agito con spirito critico su questo tema, con coerenza ai programmi nazionali, con coerenza alla salvaguardia dell'ambiente, da sempre cara ad Italia dei Valori. Non esiste voto a destra o a sinistra quando si parla di ambiente, quando si parla di benessere dei cittadini; l'insalubrità di un inceneritore non è di destra né di sinistra; esiste e basta! Non è comprensibile arroccarsi su posizioni vecchie ed obsolete, stereotipate, di "voto con la destra", quando si parla di ambiente e salute; la mozione proposta dalle minoranze era una mozione fatta di contenuti logici e sensati e perciò è stata avvallata da Italia dei Valori, con un voto tutt'altro che inutile; un voto libero da schemi precostituiti, un voto chiaro e coerente con il programma di partito, un voto che rispecchia "il coraggio di essere liberi", la volontà di fare politica in maniera diversa e fuori dai soliti schemi preconfezionati. Può non piacere a chi vive ancora di vecchi modi di far politica, a chi crede che non esprimersi sia meglio che dire NO in maniera chiara ed inequivocabile! Ma non è più tempo di questo modo di fare politica, almeno non con Italia dei Valori.
Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino

domenica 1 novembre 2009

Inceneritore: altri motivi per dire no! e continuiamo a dire NO!

Lasciamo perdere le considerazioni sulla salute dei cittadini, in merito all’inceneritore! Non perché non siano importanti, tutt’altro, perché è ormai noto a tutti in maniera inequivocabile, che l’inceneritore aumenta in maniera esponenziale l’inquinamento e aggrava la situazione ambientale trentina, con logico e conseguente aumento del pericolo di malattie polmonari e sviluppo di neoplasie. Vorrei spostare la riflessione su altri punti, che potrebbero determinare altre motivazioni a sfavore della realizzazione di un inceneritore a Trento. L’inquinamento delle colture, dei vigneti e dei meleti della zona potrebbero danneggiare seriamente l’immagine del Trentino produttore di ottimi vini e ottime mele! Ma ci avete pensato se, dopo qualche anno di attività dell’inceneritore si scoprisse che le colture sono inquinate, che tremendo colpo sarebbe per l’economia trentina? E poi ancora: il turismo. Aria di montagna, fresca e frizzante dei monti del Trentino; ci pensate se, sempre tra qualche anno, si scoprisse, come probabilmente sarà, l’aria del Trentino non sarà più così appetibile per venire a sciare, o per andare al lago? Che altro tremendo colpo per l’economia del Trentino. Da qualsiasi parte si voglia guardare, in qualsiasi campo si voglia analizzare la questione, si trovano validi motivi per contrastare quest’opera faraonica voluta a tutti costi. Già, i costi; ma siamo sicuri di aver fatto bene i conti o abbiamo solo valutato i costi “spiccioli” per la costruzione? E tutto il resto? Tutti i costi accessori, derivati dai danni che nel tempo si avranno, come sono stati considerati? Mi sembra che le valutazioni siano state molto superficiali e per nulla tese a cercare soluzioni alternative che non mettano a rischio l’incolumità della popolazione in primis e dell’economia trentina poi. Altre alternative ci sono, anche se continuano a dirci di no; la differenziata spinta potrebbe portare all’inutilità dell’opera; la realizzazione dell’opera, invece, sicuramente porterà ad uno stop o addirittura ad una recessione della raccolta differenziata: a Brescia si attesta sul 40%: ovvia conseguenza della scelta di incenerire. Per ultimo, concludo dicendo che, finché l’inceneritore non è costruito possiamo ancora cambiare idea; non condivido l’idea di accettare questa decisione come definitiva e irrevocabile; la città ed il Trentino sono di tutti i trentini e non smetteremo di provare a far sentire la nostra voce di dissenso, in maniera civile e propositiva, come abbiamo sempre fatto. La nostra posizione contro l’inceneritore è sempre stata nota a tutti, dichiarata anche in fase di elezioni e condivisa da tutti. E coerentemente con questa linea, continueremo a darci da fare per portare avanti questa idea, anche se qualcuno di noi si sta perdendo per strada, come appare da un quotidiano locale di oggi, dove un iscritto critica il no all'inceneritore della nostra consigliera comunale, accusandola di aver appoggiato una mozione della minoranza; la mozione, però, non era politica, ma tecnica e se, come ribadito a Vasto, ci definiamo un partito post-ideologico, dobbiamo avere la coerenza di dare forza alle proposte di merito e intelligenti, anche se formulate dall'opposizione! Facendo diversamente avremmo dato luogo ad un comportamento non in linea con il partito, che ci chiede di fare politica con metodi diversi dai soliti schemi! Qualcun altro ha preferito lasciare l'aula, in consessi più importanti del consiglio comunale; si sappia che tale comportamento non è molto gradito al nostro elettorato, il quale ha eletto i propri rappresentanti per prendere decisioni e posizioni inequivocabili, soprattutto su temi delicati come quello dell'inceneritore! Troppo comodo dire di NO quando si è all'opposizione; bisogna continuare nelle proprie idee anche con i fatti, anche quando si è forza di maggioranza, facendo "opposizione all'interno della maggioranza", come ci disse Leoluca Orlando, nella sua ultima visita in campagna elettorale per le comunali. Troppo comodo alzarsi e non esprimere il voto! Troppo comodo "non disturbare", con il dissenso chiaro ed inequivocabile, i potenti della maggioranza! Questa non è la politica di Italia dei Valori!

martedì 20 ottobre 2009

INCONTRO INFORMATIVO SULL'INCENERITORE


MARTEDI’ 27 OTTOBRE 2009

ORE 21:00

SALA DELLA CIRCOSCRIZIONE S.GIUSEPPE-S.CHIARA

VIA PERINI – TRENTO

INCONTRO APERTO A TUTTI I CITTADINI
INCENERITORE A TRENTO? NO GRAZIE!

Le ragioni, logiche e fondate, del NO!
Introduzione a cura di Marco Ianes - Italia dei Valori-Trentino
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Perché l’inceneritore danneggia la salute?
Interviene : On. Dott. Domenico Scilipoti
Componente della commissione “VIII Ambiente, territorio e lavori pubblici”- Parlamentare di Italia dei Valori; medico – chirurgo.
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La nostra scelta politica di dire: NO ALL’INCENERITORE!
Interviene: Giovanna Giugni: consigliere comunale di Trento
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Intervento di Simonetta Gabrielli – Nimby Trentino
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A seguire, dibattito aperto al pubblico ed a tutti i cittadini! Se hai a cuore la tua salute, vieni ad ascoltare perché dobbiamo dire NO ALL’INCENERITORE !

mercoledì 14 ottobre 2009

GAZEBO A TRENTO

Ci possiamo incontrare, per parlare, scambiarci idee e confronti, nelle prossime settimane, anche a Trento, presso i gazebo di Italia dei Valori:

SABATO 17 OTTOBRE 2009
DALLE 15 ALLE 18
PIAZZA FIERA

SABATO 7 NOVEMBRE 2009
DALLE 15 ALLE 18
VIA MAZZINI

Sarà possibile effettuare il tesseramento ad ITALIA DEI VALORI - TRENTINO.
Vi aspetto numerosi.

Marco Ianes - rappresentante del commissario straordinario, on. Sergio Piffari

martedì 6 ottobre 2009

Italia, la "lavatrice" del capitale sommerso!

Italia, la “lavatrice del capitale sommerso”( Scudo fiscale: molti non sanno nemmeno cos’è!).

Ho incontrato un amico in questi giorni e, chiacchierando, gli ho chiesto cosa ne pensava dello “scudo fiscale”; la sua risposta mi ha lasciato molto perplesso:” ma, sai, se ho capito bene, è una manovra che serve per far rientrare i capitali dall’estero, senza far pagare tante tasse”. Tutta qui la conoscenza in merito a tale provvedimento. Mi permetto, allora, di esternare una mia opinione, condivisa da molte persone, che penso serva a riflettere su questo scudo fiscale.
Trovo ingiusto, al di là di ogni fede politica, che si abbuonino tasse a chi già ha frodato lo stato, occultando beni in paradisi fiscali; un rientro di capitali con solo il 5% di tassazione e, per di più con l’anonimato garantito, è veramente iniquo e scorretto verso le persone oneste che pagano tutto ciò che devono e che seguono le regole civili. Questo è un altro smacco a chi vuole perseguire l’onestà!
Anonimato: altra bella questione; un esempio per far capire perché non può essere corretto un sistema simile: contrabbando e vendita di droga, proventi favolosi ed esportazione nei paradisi fiscali dei contanti illecitamente accumulati, tramite corrieri che portano in conti esteri tali patrimoni; ora, con lo “scudo fiscale”, basta semplicemente affidarsi ad un consulente finanziario per fare una transazione internazionale su un conto italiano; si paga il 5% , il nome del proprietario rimane nascosto ed i soldi, illecitamente accumulati, si “puliscono” e possono essere utilizzati per attività lecite. Grande davvero! Così, mafiosi e delinquenti, riportando in patria ricchezze, investiranno sui mercati italiani e diventeranno proprietari immobiliari, terrieri o di azioni di grandi industrie; con denaro reso pulito “per legge”! E non è finita; questo è solo un esempio; infatti, rischiamo di diventare il paese “lavatrice” del mondo; infatti, anche chi ha accumulato valuta estera, con metodi illeciti, può far entrare capitali in Italia, pulire tali patrimoni e, poi, per esempio, ricapitalizzare un’azienda, oppure esportare la valuta “pulita” nel suo paese di origine, beffandoci così ulteriormente, perché i capitali non restano nemmeno qui; basta munirsi di un prestanome italiano, che apra un conto corrente in Italia, faccia entrare i soldi “sporchi”, paghi il 5% e poi, miracolosamente, i soldi sono immacolati!
Penso, sinceramente, che un Paese che si definisca civile, governato da chicchessia, non possa permettere simili indecenze; ci si scandalizza per l’arringa di Di Pietro, che avrà sì alzato i toni, magari un po’ forzatamente, ma non arreca danno a nessuno, mentre si lascia passare nell’indifferenza un provvedimento devastante per la lotta contro l’evasione fiscale e contro i rifornimenti economici alla malavita. Siamo un popolo allo sbando, privo di ogni senso di responsabilità e teso solo a guardare la forma e l’apparenza, mentre non ci rendiamo conto che la sostanza viene sempre meno; valori come l’onestà e il rispetto per chi vuole condurre una vita rispettosa delle regole, sono messi in disparte, in favore di sistemi che danno solo spazio ai disonesti. Concludo con l’amarezza nel cuore , vedendo che il nostro paese cerca sempre più di legittimare il furbetto, quello che riesce a far successo fregando il sistema. E tutto nel nome della legge dello stato italiano!

giovedì 1 ottobre 2009

Tempi di crisi, ma non per tutti!

Tempi di crisi, ma non per tutti!
Siamo in crisi e questo è ormai evidente, detto e ridetto un’infinità di volte. Le risorse per la scuola scarseggiano e quindi docenti ed assistenti tecnici devono arrangiarsi con ciò che resta del materiale degli anni precedenti e, per rinnovare le attrezzature, è necessario e pure giusto, direi, programmare bene tutto, affinché non vi siano sprechi. Tutto giusto in merito al programmare in maniera scientifica le spese, nel passato troppe volte buttate a caso, però, i tagli imposti alla scuola ed alla cultura in generale, sono davvero pesanti.; te ne fai una ragione e dici :”abbiamo sprecato in passato ed ora è arrivato il momento di ottimizzare le spese, in nome di un giusto equilibrio e vista la crisi imperante”.
Poi, una mattina, apri il giornale, in un gesto quotidiano e abitudinario, e leggi che , per la “cultura”,a Trento, si stanziano decine e decine di migliaia di euro per divise di bande e cori, divise agli schutzen e ammennicoli vari! Lì per lì rimani allibito, interdetto e basito; poi, rifletti e monta la rabbia, quella vera, viscerale; ma come, per la scuola e le attività primarie per la formazione dei ragazzi si chiudono sempre più i cordoni della borsa e poi si spendono montagne di soldi per un concetto di cultura che definirei quanto meno “stravagante”. Nulla contro i cori, per carità, nulla contro le loro divise, ma forse le priorità in tema culturale dovrebbero essere diverse; sugli schutzen, invece ho forti perplessità; quale radicamento hanno nella cultura trentina? Non mi sembra che i trentini veraci ( io lo sono, davvero d.o.c.!), sentano così tanto questa appartenenza. Mi sembra davvero uno spreco enorme, inutile e quanto meno fuori tema, in questo grave periodo di crisi. Passano i giorni e, di nuovo apri il giornale e vedi le foto di piazza Dante, bardata in maniera incredibile! Spesa “culturale” circa 150.000 euro! Però in gran parte finanziata dai privati; meno male; però, scusate, ma non capisco; i privati sono a batter cassa dall’ente pubblico perché non ce la fanno a pagare i conti di gestione delle loro aziende, non sanno come far quadrare i bilanci e poi, trovano i soldini per queste iniziative. Proposta: perché non creare un “fondo cultura” gestito in maniera trasparente e utile, nel quale le aziende possano far confluire contributi per la cultura, quella vera, però? È un’idea balzana, provocatoria se volete, ma sicuramente in tempi di crisi, ottimizzare le risorse è essenziale; naturalmente, poi, tali risorse dovrebbero essere trasferite al mondo della cultura di base, quella cioè che forma la cultura della conoscenza, dell’apprendimento di regole e competenze dei futuri cittadini, che sono i nostri figli. Lo spreco di risorse è sempre da condannare, ma in questo periodo nero deve essere assolutamente abolito, per rispetto di tutte le attività essenziali alla crescita culturale di un paese ( la scuola lo è ancora?); attività che, sempre più sono soggette a tagli drastici. Mi spiace, ma non posso condividere questa gestione allegra di fondi, pubblici e privati, per una cultura che definisco “estranea” alle reali necessità della società civile. Con buona pace delle divise varie e pseudo monumenti culturali. Forse, chi gestisce la cassa dovrebbe riflettere un po’ di più, prima di staccare assegni a sostegno dell’insostenibile, visti i tempi che corrono.

Marco Ianes – Italia dei Valori Trentino.

mercoledì 30 settembre 2009

Pubblico un articolo, di Simonetta Lombardo (www.terranews.it), in cui si mette in evidenza il disastro totale di questo governo, composto da incompetenti di prima categoria, che non sanno nemmeno quello che fanno; bocciano una tecnologia d'avanguardia, per il solare, che tutti stanno cercando di sviluppare; ma noi...NO, noi, no...noi....NO! Continuiamo così! Avanti tutta con gli incompetenti a legiferare!!!! Si salvi chi può, da questi incompetenti!

Articolo:

E proprio nel giorno in cui l’Enea presenta un piano per il taglio delle emissioni dei gas serra e della dipendenza energetica basato anche sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, il governo fa a se stesso la sorpresa di cancellare o almeno di offuscare il solare termodinamico. In altre parole, la più italiana delle scelte nel campo delle energie alternative: idee, ricerca, addirittura industrie sono di marca nostrana, visto che è stato il Nobel Carlo Rubbia a rimettere in pista una tecnologia basata sull’antica idea degli specchi di Archimede.
Ieri il Senato ha infatti approvato la mozione proposta dal Pdl e firmata tra gli altri da D’Alì, Gasparri, Dell’Utri, Nania e Orsi che condanna senza mezzi termini il solare termodinamico o a concentrazione, bollandolo come tecnologia costosa, poco utile e addirittura non «compiutamente ecologica » e mettendo a rischio i finanziamenti al suo sviluppo. Una bella compagnia dell’ombrello, quella che individua nel sole un nemico da combattere.
Il senatore siciliano D’Alì (Pdl) è stato l’interprete massimo della teoria negazionista in campo climatico, con la mozione che escludeva - di fronte al giudizio del mondo della scienza pressoché compatto e quasi in concomitanza con lo svolgimento del G8 Ambiente a Siracusa - la realtà del cambiamento climatico e del contributo dell’attività umana. Il senatore Orsi è l’autore della proposta di legge che consente la caccia ai minorenni e ne amplia i limiti di tempo e di carniere. La presenza di Maurizio Gasparri e Domenico Quagliariello, presidente e vicepresidente del gruppo Pdl, assicura l’imprimatur del governo a un’iniziativa che al di là delle formule ecologiste taglia le gambe al solare a concentrazione.
Così, scorrendo la mozione votata a maggioranza dall’aula di Palazzo Madama, si scopre che il problema del termodinamico è legato al siting: occorrono 120 ettari per una produzione assimilabile a quella di due reattori nucleari che però occuperebbero - secondo i senatori Pdl - 65-70 ettari. Spazio, si potrebbe dire, sottratto alla costruzione di ville e villette, visto che - come ricorda la mozione - occorrono zone soleggiate e vicine a sorgenti d’acqua, ideali per un villaggio vacanze.
Inoltre, la tecnologia non sarebbe «compiutamente ecologica» perché presupporrebbe la copresenza di un generatore di energia tradizionale, visto che durante le ore di buio la centrale non andrebbe. Ma il solare a concentrazione dovrebbe evitare proprio questo, attraverso il riscaldamento ad altissime temperature del fluido con il sistema degli specchi che appunto “concentrano” la radiazione solare.
In altre parole, non c’è nessun bisogno di affrancare una centrale a combustibile fossile a quella termodinamica: un’informazione che manca ai senatori della maggioranza. E poi, ammoniscono i presentatori della mozione, la tecnologia trent’anni fa non ha funzionato ma anche qui pare che ci siano carenze informative. «Non si tratta della stessa tecnologia », ricorda Vincenzo Ferrara, dell’Enea. «In realtà il solare a concentrazione è uno dei pochi settori in cui abbiamo un vantaggio comparativo, nella ricerca e nella diffusione: a imporla all’attenzione del mondo è stato Rubbia all’epoca in cui era presidente dell’Enea».
L’attuale presidente dell’Enea, Luigi Paganetto ritiene «singolare» che si riducano gli incentivi al termodinamico, su cui «siamo leader nel mondo». E singolare è anche il fatto che nella mozione si ricordi che «nonostante l’incentivazione introdotta dal governo italiano 15 mesi fa (ministro Pecoraro Scanio, ndr) non risulta che a oggi ci siano domande di erogazione dell’incentivo». Forse i senatori non sanno che quei fondi, circa 90 milioni, sono in attesa di determinazioni che dovrebbero provenire dalla direzione Ricerca e sviluppo del ministero dell’Ambiente. Sarebbe meglio informarsi prima di tagliare via il solare.

lunedì 28 settembre 2009

Protocollo di Kyoto siamo in ritardissimo!

Protocollo di Kyoto siamo in ritardissimo, ma il nostro governo se ne frega; e cosa facciamo?
Berlusconi e company se ne fregano e l'inquinamento aumenta; sapete quanti milioni di euro di penale dovremo pagare nel 2012? Quasi 900! E pensare che basterebbe organizzare e programmare lo sviluppo delle energie rinnovabili; pensate alla Sicilia o alla Calabria, con il sole che hanno potrebbero essere le centrali d'Italia! Dare vero sviluppo industriale al mezzogiorno, senza tante finanziarie e contributi assurdi che invece finiscono ai soliti noti mafiosi!

mercoledì 16 settembre 2009

Versioni contrastanti...

Discarica di Monte Zaccon.

La procura di Trento, attraverso il suo consulente, segnala il rischio esplosione, generato dalla presenza di gas, sotto il cumulo di porcherie che sono state ammassate nella discarica di Marter-Roncegno.

Pronta la smentita del presidente della Giunta provinciale; nessun pericolo di esplosione.

Benissimo: a chi dobbiamo credere noi, miseri cittadini, ai quali un giorno viene propinata una verità e il giorno dopo l'esatto contrario?

Data l'antitesi l'una dell'altra ipotesi, permettete di esprimere la mia fortissima perplessità su come vengono gestite queste situazioni; o si creano falsi allarmi, veramente angoscianti, oppure si tende a minimizzare una situazione pericolosissima;una delle due ipotesi è chiaramente errata! Quale, di grazia?
In entrambi i casi, manca sicuramente il rispetto verso i cittadini che vivono nella zona, i quali hanno il giusto e sacrosanto diritto di non sentirsi presi per i fondelli e, cosa più importante, di vedere garantita la propria salute.
Qual'è, dunque, la verità? Per favore, si faccia chiarezza; ma non a vacue parole, dette contando solamente sulla posizione sociale occupata, bensì con i dati alla mano; dati di rilievi fatti da esperti veri, che possano dichiarare che il posto è "in sicurezza", ovvero che indichino come renderlo tale, qualora non lo sia.
Magari, possibilmente, facciamo chiarezza prima che si dimostri la ragione di chi ha gridato "al lupo,al lupo"; perché, soprattutto in quel caso, potrebbe essere tardi... per ovvia intuizione!


Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino

sabato 12 settembre 2009

Conferenza stampa della proposta FOTOVOLTAICO PER TRENTO

Ecco il filmato della conferenza stampa, tenutasi il 12 settembre 2009 ad ore 10:30, presso la sede di Italia dei Valori Trentino; qui abbiamo spiegato alla stampa ed ai nostri iscritti, la proposta che sarà portata in consiglio comunale, al fine di incentivare lo sviluppo delle energie rinnovabili anche per il comune di Trento.
Guardate il filmato...




Marco Ianes - rappresentante del commissario straordinario del Trentino, on.Sergio Piffari

venerdì 11 settembre 2009

A Trento proposta reale per lo sviluppo delle energie rinnovabili: ecco i contenuti

ITALIA DEI VALORI – TRENTINO
ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI: PIANO DI SVILUPPO PER L’UTILIZZO DI ENERGIA FOTOVOLTAICA PER IL COMUNE TRENTO

Italia dei Valori – Trentino ha elaborato un progetto guida che serve come lancio di una proposta più completa e strutturale, al fine di sfruttare la produzione di energia elettrica dalla conversione fotovoltaica, da parte dell’amministrazione comunale di Trento.
Il progetto preliminare, la cui sintesi è allegata alla presente proposta, prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico a servizio del palazzo dello sport di Trento, in località Ghiaie, via Fersina.
L’uso di impianti fotovoltaici dovrebbe essere sviluppato in maniera progressiva per tutti i palazzi di proprietà dell’amministrazione comunale, chiaramente in compatibilità con i vincoli urbanistici e tecnici esistenti.
In base a quanto sopra esposto, si intende impegnare la giunta ed il consiglio comunale, all’inserimento a bilancio, per i prossimi anni di consigliatura, di una cifra dedicata allo sviluppo di questo piano di sfruttamento dell’energia fotovoltaica.
Con questa proposta si intende dare valore concreto per la promozione di Trento come città attiva per l’ambiente, dando applicazione reale e significativa, nonché trainante per la cittadinanza, all’iniziativa “Trento per Kyoto”, recentemente attivata dal comune di Trento (vedere sito del comune di Trento).

PROPOSTA DI INSERIMENTO A BILANCIO
La proposta prevede un investimento programmato negli anni di consigliatura, secondo la griglia sotto riportata:
PERIODO STANZIAMENTO PREVISTO
ANNO 2010 € 1 800 000,00
ANNO 2011 € 1 200 000,00
ANNO 2012 € 1 000 000,00
TOTALE STANZIAMENTI € 4 000 000,00

Le cifre indicate, potrebbero permettere all’amministrazione comunale di sviluppare seriamente una politica energetica a servizio delle proprie strutture; gli investimenti ritornerebbero in cassa in un periodo di circa 10 anni per ogni impianto fotovoltaico realizzato, rendendo però immediatamente autonome energeticamente le strutture che ospitano gli impianti stessi e, garantendo inoltre, ulteriori introiti per le casse comunali, derivanti dai contributi in conto energia erogati dal G.S.E.; tali introiti, garantiti per contratto per vent’anni, permetterebbero lo sviluppo di altre attività sociali , oppure metterebbero a disposizione risorse economiche da riversare sull’abbattimento dei costi dei servizi ai cittadini.
Per capire bene il funzionamento del sistema,si rimanda all’esempio derivato dal progetto preliminare redatto da IDV-TRENTINO, relativo alla proposta, sopra citata, per il palazzetto dello sport. Nell’analisi allegata, si mettono in evidenza costi e benefici di un impianto fotovoltaico di medie-grandi dimensioni, ma l’analisi può essere condotta in maniera similare per ogni impianto realizzato; ne deriva che, tempistiche e modi di incameramento dei risultati economici risulterebbero uguali, fatte le debite proporzioni.
Riepilogando, si intende impegnare la giunta comunale ed il consiglio comunale di Trento a :
1. Predisporre un piano di investimenti come da tabella sopra esposta, che ripartisca negli anni l’intervento sistematico e radicale di sviluppo per lo sfruttamento dell’energia fotovoltaica per il comune di Trento, dando così valore reale all’iniziativa “Trento per Kyoto”, recentemente attivata dall’amministrazione comunale stessa.
2. Incaricare l’ufficio tecnico comunale, affinché identifichi i siti di proprietà del comune di Trento, dove sia possibile procedere alla realizzazione degli impianti fotovoltaici a servizio delle costruzioni medesime, predisponendo un elenco dei siti stessi, completo delle potenze degli impianti fotovoltaici da realizzare, con le indicazioni di priorità esecutiva.
3. Predisporre un “diagramma di Gantt”, da rendere pubblico, che dia tempi certi per la realizzazione degli impianti fotovoltaici identificati dall’ufficio tecnico comunale.
4. Impegnare l’ufficio tecnico comunale alla predisposizione dei progetti esecutivi dei singoli impianti fotovoltaici.
5. Indire bandi di gara per l’assegnazione delle opere di realizzazione.
6. Procedere con la realizzazione delle opere, rispettando il diagramma di Gantt predisposto dall’ufficio tecnico comunale.
7. Pubblicare, su organi di stampa, con cadenza semestrale, le fasi di sviluppo del progetto fotovoltaico per Trento, al fine di tenere costantemente informata la cittadinanza.
Gli investimenti proposti vedono un impegno iniziale più gravoso, necessario a far partire con slancio considerevole l’iniziativa; a seguire, anno dopo anno, con la realizzazione sempre maggiore di impianti reali, l’amministrazione potrebbe ridurre gli investimenti, come evidenziato nella tabella sopra proposta.

Ecco il link alla sintesi del progetto da cui parte la proposta sopra descritta:
http://marcoianes.net/doc/Presentazione_FTV_per_trento.pdf

Marco Ianes - rappresentante del commissario straordinario di Italia dei Valori Trentino , on .Sergio Piffari

mercoledì 9 settembre 2009

Proposta reale di investimento per il comune di Trento

ITALIA DEI VALORI – TRENTINO
PER IL COMUNE DI TRENTO

SABATO 12 SETTEMBRE 2009
ORE 10:30

PRESSO LA SEDE PROVINCIALE
IN VIA GIOVANELLI,17 – TRENTO

PRESENTA ALLA STAMPA :

PROPOSTA DI INVESTIMENTO PER LO SVILUPPO DELLE ENERGIE DA FONTI RINNOVABILI PER IL COMUNE DI TRENTO: IL PROGETTO PILOTA REDATTO PER IL PALAZZETTO DELLO SPORT DI TRENTO, COME PUNTO DI AVVIO PER UN PROGETTO GENERALE DI SVILUPPO IN NOME DI “TRENTO PER KYOTO”.

Una proposta reale per lo sviluppo delle energie rinnovabili per il comune di Trento; la proposta sarà portata all’amministrazione comunale per l’analisi e per la richiesta di impegno di spesa per il triennio 2010/2012; si parte da un progetto pilota redatto da alcuni tecnici per conto di IDV TRENTINO, che serve per dare esempio chiaro di ciò che potrebbe guadagnare il comune di Trento investendo nelle energie da fonti rinnovabili, per arrivare alla proposta concreta di stanziamento fondi.
Sarà consegnata copia della relazione descrittiva alla stampa.
Relatori:
Giovanna Giugni – consigliere comunale di Italia dei Valori – Trentino
Marco Ianes – rappresentante del commissario straordinario, on. Sergio Piffari

Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino

sabato 5 settembre 2009

Inceneritore: il sì della Chiesa, ma perché? Interessi economici?

Leggo, con grande stupore, le dichiarazioni di don Pizzolli, delegato dal vescovo per l’ambiente, sull’inceneritore. Mi pongo alcuni quesiti, che desidero rendere pubblici:

· Il Santo Padre, recentemente è intervenuto richiamando tutti ad una maggiore attenzione all’ambiente e quindi mi viene naturale pormi la seguente domanda: aver cura dell’ambiente vuol dire realizzare inceneritori che inquinano e fanno male alla salute?

· Altra questione: a che titolo questi signori sensibilizzano l’opinione pubblica, soprattutto anziana e molto vicina alla Chiesa, in merito ad un problema così delicato? Sono esperti in energia, medici luminari esperti sulle malattie causate dalle nano-particelle emesse dall’incenerimento? Grandi meteorologi che ci spiegheranno dove andranno i fumi della combustione? Molto bene, avevamo proprio bisogno di altri tuttologi che approfittano della visibilità del loro ruolo per manipolare l’opinione pubblica!

· Altro quesito, un po’ più pratico e piccante: non sarà che pure la Curia trentina entrerà nel grande business dell’inceneritore? Se così fosse, capirei la grande faciloneria con la quale si sono enunciate le dichiarazioni a favore dell’inceneritore.

Molte persone ultimamente si stanno esprimendo su questo tema; credo sarebbe opportuno farlo in maniera scientifica e non sulla base di facili interpretazioni, dettate da schemi preconfezionati da politici o da utilitaristiche intenzioni, più o meno occulte; perché una presa di posizione così chiara e inequivocabile? Dov’è l’interesse per la verità? Mi sarei aspettato un richiamo, da parte della Chiesa trentina, ad una maggiore sobrietà nella gestione dei rifiuti, ad una maggiore trasparenza nella valutazione dell’opportunità tecnica e morale nella realizzazione di un inceneritore a Trento. Perché, ripeto, una presa di posizione così forte, priva di un supporto scientifico e logico?


Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino

domenica 23 agosto 2009

No al nucleare, si alle energie rinnovabili.

No al nucleare, si alle energie rinnovabili; meglio l'energia eolica, fotovoltaica e ciò che madre natura ci dà a basso costo e senza inquinare.

Campagna contro il nucleare in Italia: diremo la nostra!

GUARDATE IL BREVE FILMATO: cosa c'è di male in un impianto eolico?
NULLA!!! Permette di svolgere anche tutte le altre attività, quali coltivazioni e allevamenti.
Esempio del filmato: impianto eolico in Puglia.

Ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=18AMXmbOPM8



Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino

giovedì 13 agosto 2009

Inceneritore a Trento: il perché del no!

Inceneritore a Trento.
Sull’inceneritore di Trento, molte forze politiche hanno espresso contrarietà, pur appartenendo o meno alla coalizione di maggioranza. Io stesso, già candidato alle trascorse elezioni comunali, ho condiviso in pieno la fermezza con la quale tutti noi di Italia dei Valori ci siamo espressi in merito: rigoroso NO e opposizione seria in seno alla maggioranza; non ci sarà quindi da stupirsi se, come partito metteremo in atto una campagna di seria informazione sui danni che un inceneritore a Trento potrebbe portare. Scusate, cominciamo a dare i nomi giusti: il termine tecnico è inceneritore! Non esiste il termine termovalorizzatore! Vi è addirittura una diffida da parte della comunità europea, all’ Italia, nel dare definizioni fuorvianti, come appunto quella di “termovalorizzatore”. “Chiamiamo le cose con il loro nome, sarà tutto più facile!” (Oscar Wilde).
Dunque, perché no all’inceneritore? Per alcuni motivi che qui di seguito, con estrema semplicità, elenco:
1. Le polveri emesse sono dannosissime alla salute: questo non è opinabile, ma è provato; le polveri emesse da un inceneritore sono talmente piccole da non poter essere fermate da nessun filtro al mondo e chiunque dica il contrario, racconta una bugia; inoltre, da studi medici realizzati dai dott. Montanari e Gatti, molto noti nella comunità scientifica, si scopre il legame diretto tra le polveri microscopiche e il tumore. Tutto ciò è documentato e può essere facilmente reperito in internet. Ai due medici citati, nel passato, hanno provato a togliere gli strumenti per proseguire le ricerche, con le quali avevano provato che molti prodotti alimentari di marche notissime erano inquinati, a causa delle coltivazioni che giacevano vicino a fonti d’inquinamento, tra le quali anche gli inceneritori. Anche tutta questa documentazione è facilmente reperibile in internet; per riavere gli strumenti i medici hanno attivato una sottoscrizione e ora stanno nuovamente facendo ricerca indipendente, con la quale hanno tra l’altro confermato che le micro polveri sono tra le peggiori fonti di incremento del cancro e questo è diventato un dato consolidato e riconosciuto a livello mondiale, anche da altri ricercatori.
2. L’inceneritore o termovalorizzatore che dir si voglia, è anti-economico; anche questo non è opinabile. Esistono calcoli consolidati che provano che la produzione di energia dalla combustione dei rifiuti non è così vantaggiosa come sembra; infatti, molto spesso, serve più energia a bruciare i rifiuti ed a stoccare i residui in maniera sicura, che non quella che si ricava dalla combustione stessa; dunque il saldo molto spesso è negativo! Certo che per calcolare il bilancio energetico bisogna mettere sulla bilancia tutto, senza trucchi o sottrazioni varie; per esempio bisogna anche computare l’energia spesa per creare il bene che poi diventerà rifiuto, ma in molti calcoli prodotti a sostegno di tesi pro-inceneritori, questi capitoli di spesa non si trovano! Molto meglio, economicamente e per l’ambiente, investire in energie rinnovabili; ma questo lo abbiamo già detto più volte e su questo tema stiamo cercando di sensibilizzare sempre più chi ci governa, anche se non si capisce perché ciò che farebbe piacere a tutti dal punto di vista etico e dal punto di vista del vantaggio economico e ambientale, sembra non trovare spazio degno in una programmazione di ampio respiro politico!
3. Non è assolutamente vero che le discariche saranno eliminate! I residui delle combustioni devono essere stoccati e lo saranno in rapporto 1:3; che significa? Per ogni tre tonnellate di rifiuti bruciati, ne abbiamo una di residuo; con l’aggravante che diventa un rifiuto nocivo, quindi va depositato in una discarica speciale, con ovvii incrementi di pericoli d’inquinamento dei terreni dove sorgerà il nuovo sito di stoccaggio di tali residui (altro punto a sfavore della rendita economica e della gestione ambientale!); quindi il famoso “cerchio dei rifiuti” non è assolutamente chiuso, bensì resta ben aperto con un residuo molto pericoloso.
La nostra città è stata definita, recentemente, tra le più attive per l’ambiente; allora mi chiedo perché non si possa arrivare ad analizzare in maniera molto più approfondita questo tema scottante, che potrebbe compromettere seriamente la salute di tutti i cittadini. Questa analisi dovrebbe essere fatta da un pool di esperti veri; da una commissione composta da medici titolati, da tecnici del settore energia, da specialisti meteorologi che determinino l’influenza dei venti sullo spostamento delle polveri; tutto ciò che elaborano dovrebbe essere reso di pubblico dominio, perché non è pensabile che la salute di tutti sia gestione di pochi eletti!
Perché tanta fretta, poi, se, da come si leggeva sui giornali nei giorni scorsi, vi è l’ipotesi che magari fra dieci anni l’inceneritore potrebbe anche non servire più? Rimango fortemente perplesso: spendiamo un mare di soldi per i progetti e per la realizzazione, ci vogliono 7-8 anni per farlo e magari fra un decennio scopriamo che non serve più, perché abbiamo raggiunto una percentuale alta di raccolta differenziata? Non capisco quale sia la strategia che porta a queste scelte; non capisco perché ci sia questa corsa estrema al dover chiudere la partita, senza chiarire, senza approfondire, senza informare compiutamente tutti i cittadini in merito ad un’opera di così grande impatto ambientale e sociale, che va al di là degli schieramenti politici e che non può assolutamente essere chiusa in maniera approssimativa.
Per ultimo, concludo, con un’ulteriore chicca: in internet si trova che il “termovalorizzatore” di Brescia, tanto decantato da molti, ha vinto il premio di “inceneritore più pulito del mondo”; indovinate da chi è stato assegnato il premio…; da un ente i cui sponsor sono i costruttori stessi dell’inceneritore! (vedi nota a parte, sotto riportata).
Molto spesso non serve raccontare bugie, basta omettere parte della verità!

Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino
Vi rimando ad un documento,per approfondire il tema su "TERMOVALORIZZATORI E BUGIE":
http://marcoianes.net/doc/termovalorizzatori_e_bugie.pdf

NOTA INTEGRATIVA:

Per esempio, se invece di limitarsi a passare e amplificare comunicati stampa si fosse controllato su Internet chi ha conferito il riconoscimento all'inceneritore di Brescia, si sarebbe facilmente appreso che l’ente premiatore, la WTERT della Columbia University, annovera la Martin GmbH tra gli “Sponsors and Supporting organizators”. La Martin GmbH è tra i costruttori dell’inceneritore premiato. Sul sito della Martin GMBH, raggiungibile da quello della WTERT, si legge, sotto una bella foto dell’ inceneritore ASM, che in Italia la Martin è in partnership con la Technip, un’altra multinazionale. Un conflitto di interessi grande quanto un inceneritore: un conflitto non potenziale ma attuale, perchè la Martin, forte delle protezioni politiche agli inceneritori, intende partecipare, come afferma nel suo sito sempre sotto la foto dell’inceneritore di Brescia, alla costruzione di altri impianti; impianti che in Italia sono già stati programmati, superando, con le tecniche di pubbliche relazioni e a volte con l’uso della forza, le opposizioni che provengono dai comitati di cittadini e da esperti qualificati.

mercoledì 29 luglio 2009

Una proposta seria per Trento

Italia dei Valori - Trentino, in questi giorni, ha elaborato una proposta che sarà portata, tramite i canali istituzionali, all'amministrazione comunale di Trento.
La proposta mette in risalto la possibilità di utilizzare molti tetti e tettoie di proprietà pubblica, per l'installazione di impianti fotovoltaici, che potrebbero soddisfare i fabbisogni energetici delle strutture su cui vengono installate e anche portare soldi nelle casse del comune, permettendo così di avere ulteriori disponibità economiche da distribuire in servizi ai cittadini.
L'esempio che potete visionare guardando il file allegato, porta uno studio preliminare fatto e redatto da IDV TRENTINO, gratuitamente, sul PALATRENTO; i dati sono orientativi e ricavati da casistica relativa ad altre strutture, poiché non è stato possibile reperire i dati ufficiali, (sembra siano coperti da "segreto di stato", perché gli enti interpellati non hanno voluto dare tali dati reali....chissà perché?).
Lo studio è solo un esempio per attirare l'attenzione dell'amministrazione comunale, al fine di avviare un processo virtuoso di utilizzo delle energie rinnovabili; credo, così come molti cittadini, che una sana amministrazione debba fare da traino per lo sviluppo di una nuova mentalità energetica; inoltre, va considerato il fatto che tutto ciò è pure produttivo economicamente, poiché porta soldi alle casse comunali; speriamo che il nostro comune si attivi seriamente!
Ecco, in allegato, la nostra proposta, che a settembre porteremo nelle commissioni comunali, per avviare un discorso ad ampio respiro....
Cordialmente, vi saluto.
Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino

martedì 21 luglio 2009

Noi, poveri ignoranti....


Desidero dare spazio ad un'articolo di Marco Travaglio....




La mosca tzè tzè da L'Antefatto.it


Noi che, poveri ignoranti, non conosciamo la Costituzione, pensavamo che i poteri e i doveri del Presidente della Repubblica fossero quelli indicati dalla Costituzione. E cioè:- rappresentare l'unità nazionale- inviare messaggi alle Camere- indire le elezioni delle Camere - autorizzare la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del governo- promulgare le leggi ed emanare i decreti aventi valore di legge e i regolamenti (oppure rinviare le leggi alle Camere in caso di manifesta incostituzionalità)- indire il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione- nominare il presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri- nominare, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato, ma anche i senatori a vita e alcuni giudici costituzionali, ma anche i membri delle autorità di garanzia - accreditare e ricevere i rappresentanti diplomatici, ratificare i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere- comandare le Forze armate, presiedere il Consiglio supremo di difesa, dichiarare lo stato di guerra deliberato dalle Camere - presiedere il Consiglio superiore della magistratura - concedere la grazia e commutare le pene- conferire le onorificenze della Repubblica- sciogliere le Camere o anche una sola di esse, sentiti i loro presidenti.Noi che, poveri ignoranti, non conosciamo la Costituzione non riusciamo a trovare un solo rigo nella medesima che autorizzi il capo dello Stato a chiedere notizie di un’indagine che non gli garba (come fece Napolitano nel dicembre scorso con quella della Procura di Salerno sui magistrati corrotti di Catanzaro); o a promulgare una legge facendo sapere per lettera che non gli piace per niente (come ha appena fatto col pacchetto sicurezza); o ad anticipare al governo che non firmerà un decreto (come ha fatto col decreto Englaro) o che non promulgherà una legge se non sarà modificata (come ha fatto con la legge-bavaglio sulle intercettazioni). Noi che, poveri ignoranti, non conosciamo la Costituzione non vi abbiamo trovato alcun articolo che consenta al capo dello Stato ad auspicare “una revisioni di regole e di comportamenti” in materia di intercettazioni e cronaca giudiziaria, a parlare di “abusi”, a invocare “soluzioni appropriate e il più possibile condivise” (come se una porcata votata da molti fosse meglio di una porcata votata da pochi). Né abbiamo trovato un solo articolo che gli permetta di invocare “tregue” nell’attività di opposizione e di informazione sul capo del governo coinvolto in scandali (sui quali il rappresentante dell’unità nazionale non ha mai proferito una sillaba). Ma forse, non volendo neppure immaginare che stia sbagliando lui, il problema è nostro: evidentemente abbiamo, della Costituzione, un testo vecchio e superato.Ignoranti come siamo, poi, non abbiamo capito nemmeno a quali indagini egli si riferisca quando, per l’ennesima volta, invita misteriose entità a “non indulgere alla spettacolarizzazione delle vicende giudiziarie e dei processi”. Visto che le nomina il capo dello Stato, sappiamo invece che le Autorità indipendenti sono anche affar suo, e da mesi speravamo che si accorgesse di un paio di presenze inquietanti al loro interno. L’Autorità Garante della Privacy è vicepresieduta da un certo Giuseppe Chiaravalloti, plurinquisito in Calabria per gravissimi reati e sorpreso al telefono con la sua segretaria a invocare l’eliminazione fisica, a opera della “camorra”, del magistrato Luigi De Magistris. Dell’Autorità Garante delle Comunicazioni fa parte il forzista Giancarlo Innocenzi, sorpreso a trafficare con il premier Berlusconi (che lui chiama “Grande Capo”) per acquistare senatori del centrosinistra e per procacciare lucrosi contratti a un produttore berlusconiano impegnato nella compravendita dei senatori medesimi (vedi intercettazioni riportate nel nostro libro “Papi”). Purtroppo, il capo dello Stato ha citato quest’ultima Autorità per raccomandare ai giornalisti di attenersi all’«importante codice di autoregolamentazione» da essa fissato per censurare le notizie scomode al potere. Ignoranti come siamo, pensavamo anche che gli uomini delle istituzioni fossero soggetti a critiche, tantopiù legittime quanto più alti sono i loro scranni. Invece abbiamo ieri appreso dall’Augusta Favella che “chi mi critica non conosce la Costituzione”. Insomma ogni critica alla sua Intoccabile Persona è lesa maestà, come nei regimi sovietici a lui tanto cari fino agli anni 50 (memorabile il suo elogio nel 1956, davanti al Comitato centrale del Pci, della repressione sovietica dei moti di Ungheria). Pensavamo anche che il capo dello Stato non dovesse scendere nell’agone politico, per bacchettare questo o quello come un Capezzone o un Cicchitto o un Quagliariello qualsiasi. Invece l’ha fatto con Antonio Di Pietro, reo addirittura di avergli chiesto di non promulgare leggi palesemente incostituzionali anziché chiosarle con la piuma d’oca. Mal gliene incolse: Napolitano l’ha chiamato sarcasticamente “guerriero” accusandolo di “vano rotear di scimitarra”. Era dai tempi di Cossiga che un capo dello Stato non se la prendeva frontalmente con un leader dell’opposizione (fra l’altro isolatissimo e solitario, dinanzi a un governo strapotente e strafottente e a un’opposizione inesistente): solo che, contro Cossiga, il Pci di Napolitano chiese l’impeachment trattandolo da golpista. Sui “guerrieri” alla Berlusconi & C. che roteano scimitarre tutt’altro che vane contro i magistrati e i giornalisti liberi, mai un sospiro dal Quirinale. Sui guerrieri alla Bossi & C., che ogni due per tre minacciano di “tirar fuori i fucili e i mitra” o di “oliare i kalashnikov”, ora contro i “comunisti” ora contro i “terroni” ora contro i “negri”, mai una parola dal Quirinale: un conto sono i fucili, i mitra e i kalashnikov, un altro le scimitarre.Ignoranti come siamo, pensavamo che non rientrasse fra i compiti del capo dello Stato giudicare l’attendibilità di testimoni d’accusa in questo o quel processo: invece, ieri, Napolitano ha deciso che le nuove rivelazioni di Spatuzza, Riina, Ciancimino jr. e altri sui mandanti esterni delle stragi di mafia & Stato “vengono da soggetti per lo meno discutibili” e comunque non bisogna parlarne: secondo Napolitano quelle rivelazioni, totalmente ignorate da gran parte dei telegiornali di regime, “sono state accolte da un clamore un po’ eccessivo”. In effetti, ne ha financo parlato qualche quotidiano. La prossima volta, per favore, silenzio. Il Presidente riposa.

(Vignetta di Bandanas)

Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino

martedì 14 luglio 2009

Summit 2009

Si è concluso il summit de L’Aquila.
Dal sito http://www.g82009.it/, sono andato a documentarmi ed a leggere gli atti dei convegni e, qui, manifesto alcune considerazioni.
Il documento che riporta il riepilogo della Presidenza, è suddiviso in capitoli che analizzano le tematiche discusse a L’Aquila.
Sul commercio si riporta che tutti i convenuti si dicono d’accordo sul fatto che i mercati debbano restare aperti, che è meglio evitare protezionismi e concordano di incontrarsi prima del prossimo convegno di Pittsburgh, dove ogni ministro riferirà sui progressi raggiunti in merito allo sviluppo;ma, mi chiedo, dov’è la novità?
Per quanto riguarda l’economia mondiale, tutti i leader si dicono d’accordo nel programmare regole per una leale concorrenza dei mercati, per un controllo del sistema globale che porti alla stabilizzazione di condizioni di sicurezza; bello, davvero; ma, in sostanza, come si procederà ad attuare tutto ciò? Si parlerà di una forma di “diritto legislativo” internazionale? Si fisseranno delle regole comuni per controllare i mercati? Quali provvedimenti per chi non rispetterà tali regole? A chiacchiere, tutti d’accordo sul fatto che le regole della buona economia debbano essere sottoscritte da tutti i paesi, ma nei fatti, come si pensa di risolvere il fenomeno dei “paradisi fiscali”, che tanto fanno comodo a quegli imprenditori che controllano i politici nei vari paesi, quando addirittura non sono loro stessi a fare politica?
Cambiamenti climatici: tutti d’accordo nel definire che bisogna ridurre le emissioni globali del 50% entro il 2050! Ma che bravi, e fino al 2050 cosa facciamo? Continuiamo a rinviare programmi reali di ammodernamento del sistema industriale mondiale? Belle parole e ricchissime di buone intenzioni, però non vedo sostanza nella fase applicativa! Esiste già un certo protocollo, mi sembra sia stato stipulato a Kyoto, o giù di lì, o forse ce lo siamo scordato? Una chicca, poi, l’accordo definito per incrementare gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di raddoppiarli entro il 2015! Mi preoccupa non poco quella data; temo che fino ad allora, nulla verrà fatto, poiché molto spesso tali termini servono più a far vedere le intenzioni ed a spostare le reali applicazioni; significa, forse, che già dal prossimo anno, con la finanziaria 2010, vedremo aumenti in tali capitoli di spesa anche qui in Italia? Oppure, come credo sarà, forse si continuerà a tagliare e,poi, nella finanziaria 2015, si raddoppieranno gli stanziamenti ultimi previsti per l’anno precedente. Questo modo di dare date e progetti vaghi serve a gettare fumo negli occhi della gente, a non vedere i reali problemi,a rifiutare sistematicamente di voler far crescere un paese. Un paese che non investe in ricerca e sviluppo è un paese destinato al baratro!
Mi risulta aleatoria, poi, l’analisi per quanto riguarda lo sviluppo e l’Africa: si dice che i leader hanno chiesto una valutazione nel 2010 su cosa sia necessario per raggiungere gli obiettivi fissati per combattere la povertà e la fame! Ma come, si fa un vertice internazionale per chiedere una valutazione? Nel vertice si dovrebbero portare iniziative reali, le idee e le proposte si progettano a casa propria e poi si portano in discussione ai vertici!
Positivo, indubbiamente, lo stanziamento di 20 miliardi di dollari in 3 anni per sostenere lo sviluppo rurale nei poveri, ma da un vertice di tale portata mi sarei aspettato anche che venissero definite le modalità di erogazione, quali paesi beneficeranno di tale intervento e, soprattutto, chi gestirà l’iniziativa; perché, a mio avviso, poi, queste cose passano nel dimenticatoio e si perdono di vista. Non so poi, quanto realmente possano incidere 20 miliardi in 3 anni, per paesi che mancano di strutture reali per la potabilizzazione dell’acqua, per i trasporti delle merci, per lo sviluppo sostenibile del fabbisogno energetico per incrementare la produttività e, di conseguenza, il reddito pro-capite , elemento essenziale per dare respiro alle famiglie di tali paesi.
In sostanza, permettetemi di dissentire da chi, con grandi proclami ed entusiasmo, annuncia che c’è stato un summit di grande rilievo; di buono c’è che, almeno questa volta, non abbiamo fatto la figura dei buffoni, ma resta una triste consolazione, di fronte ai reali problemi di questo nostro mondo e di fronte alla pochezza di contenuti reali messi in evidenza da questi “grandi leader”, che sanno comunicare molto bene le intenzioni, ma in quanto ai fatti, mancano di reale coraggio e di iniziativa.
Marco Ianes - Italia dei Valori Trentino

sabato 4 luglio 2009

Ronde a Gardolo? Alcune riflessioni.....



Leggo, sui giornali, che la Lega ha intenzione di proporre l’istituzione delle ronde a Gardolo.
Mi sorgono alcuni quesiti, che desidero esternare, per stimolare la riflessione.
Vorrei sapere chi finanzierebbe e in che termini tale iniziativa; i cosiddetti volontari, sarebbero pagati dalla Lega, agirebbero gratuitamente o, se a titolo oneroso, dovremmo essere noi cittadini a pagarli? Perché, se dovessimo pagarli noi, tramite le casse comunali, mi si dovrebbe poi spiegare perché, invece, non si potrebbe spendere qualcosa in più per rafforzare la presenza della forza pubblica, quella vera e addestrata per intenderci, che darebbe miglior garanzia di efficienza e di imparzialità.
Già mi vedo, i dirigenti della Lega, guidare i loro baldi giovanotti :”Ti, cori lì da quela a dirghe che no se pòl star li!”…e ancora:” Vàrda quei putèi che i ziga màsa, dighe che i là smèta!”; perché di questo si tratta; cosa possono fare queste persone, se non creare momenti di scontro tra i cittadini? Non pensate che le ronde che girano per i quartieri possano essere anche fatte oggetto di pesanti insulti e poi cadere nelle provocazioni e scatenare l’effetto contrario, cioè, magari, una rissa vera e propria? Vogliamo creare le bande stile Bronx?
Per garantire l’incolumità delle ronde, e anche dei cittadini, sottoposti al controllo di questi “rondini”, sarà sicuramente necessaria la presenza di qualche vero tutore dell’ordine; e allora, ritorna un’altra domanda: se servono anche i tutori dell’ordine ufficiali, a cosa servono le ronde? Non è meglio che ci siano solo le forze di polizia ufficiali?
Un’ultima domanda, che è più una riflessione: cambia il colore, che sarà verde, ma le camicie sono molto simili al colore nero di qualche decennio fa! Ma davvero non vi accorgete che stiamo ripristinando un sistema in vigore nel fascismo? Ma davvero siamo così ciechi da non capire che stiamo riportando l’Italia verso il baratro fascista?
Ronde di cittadini che evocano gli squadroni fascisti; ora gireranno per “vigilare” su drogati e puttane, ma quando qualcuno di noi si azzarderà ad alzare la voce per manifestare contro qualcosa di sbagliato, o che non condividiamo, siamo sicuri che non ci contrasteranno impedendoci di “disturbare la quiete pubblica?” Il passo è breve nel passare il confine tra il controllo del territorio dalla delinquenza e il controllo autoritaristico per avere l’egemonia del pensiero. Il passo è davvero troppo breve ed il limite è molto vicino; a mio avviso ci stiamo avvicinando a grandi passi a questo limite e, se anche a Trento, città governata da una giunta di centro-sinistra, permetteremo l’istituzione delle ronde, significa che stiamo oltrepassando il limite della libertà individuale di pensiero.
Molti, troppi, sono i segnali di avvicinamento a quel pensiero fascista che ha buttato l’Italia nel baratro, il secolo scorso; l’istituzione delle ronde, lo stop alle intercettazioni telefoniche, il bavaglio agli organi di stampa! Sono segnali che noi, cittadini dormienti e con la pancia ancora troppo piena per poterci lamentare, sottovalutiamo; è importante dire basta a tutto ciò, è importante dire basta ad un governo che ci sta riportando indietro e non ha una visione programmatica del futuro. Dobbiamo essere preoccupati, davvero; non lo dico per insinuare paure inutili; ma davvero questi sono segnali preoccupanti, che ci dovrebbero far riflettere, prima che sia troppo tardi e prima che ci impediscano realmente di poter dire ciò che pensiamo.
Marco Ianes
Italia dei Valori Trentino

venerdì 3 luglio 2009

Chiediamo le dimissioni dei giudici commensali di Berlusconi

DAL SITO DI BEPPE GRILLO:
Un giudice costituzionale invita a casa sua l'imputato che vuole farla franca. Sono vecchi amici. Il giudice si chiama Mazzella. L'imputato, il corruttore di David Mills, si chiama Berlusconi. Il giudice ha una lunga frequentazione con lo psiconano. E' stato ministro della Funzione Pubblica in un suo governo. Mazzella e Berlusconi sono serviti a tavola da "una domestica fidata". Alla tavolata del ristorante Mazzella sono presenti Berlusconi, che trae vantaggio dal Lodo Alfano, i giudici Mazzella e Napolitano, che devono giudicare la costituzionalità del Lodo Alfano, Angelino Alfano, il ministro della Giustizia che ha scritto il lodo Alfano, Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e Vizzini, presidente della Commissione Affari Costituzionali. Hanno trascorso la serata "conversando tutti assieme in tranquilla amicizia". Hanno parlato di tutto, ma non del Lodo Alfano. Elio Vito, ministro per i Rapporti con il Parlamento, è stato esplicito: "Non si è parlato di Lodo Alfano". Lui non era presente, ma è stato di certo informato dalla "domestica fidata". Il ristorante Mazzella è sempre aperto per l'imputato Berlusconi. Mazzella è un giudice liberale, gli imputati vuole vederli in privato, in un contesto conviviale. Infatti ha scritto a Silvio "ti inviterò ancora a cena... non era quella la prima volta che venivi a casa mia e che non sarà certo l'ultima".Alla cena non era presente Morfeo Napolitano. Non l'hanno invitato e non l'ha presa molto bene. Si è rifugiato in uno sdegnoso silenzio, preferisce non commentare le parole di Mazzella che tira in ballo l'intera Consulta: "Molti miei attuali ed emeriti colleghi della Corte Costituzionale hanno sempre ricevuto nelle loro case, come è giusto che sia, alte personalità dello Stato e potrei farne un elenco chilometrico". Mazzella, lo faccia questo elenco. Vorrei sapere quanti sono i ristoranti privati dei giudici costituzionali e di cosa si discute tra le alte cariche dello Stato, magari prima di una sentenza. Al ristorante Mazzella si è consumata l'ultima cena della democrazia. Se i cittadini perdono fiducia anche nella Corte Costituzionale, dopo c'è solo l'abisso.
Ps. Dal blog di Antonio di Pietro è possibile inviare una email a Francesco Amirante, Presidente della Corte Costituzionale, per chiedere le dimissioni di Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano. Vi invito a partecipare all'iniziativa.
Ecco il link per sottocrivere la richiesta di dimissioni: http://www.antoniodipietro.com/dimettetevi.php

giovedì 2 luglio 2009

Serata sugli impianti fotovoltaici: ecco la documentazione

Nel ringraziare tutti i partecipanti alla serata informativa, tenutasi ieri presso la sede di Italia dei Valori - Trentino, sono a mettervi in evidenza il link dove potete visionare o scaricare la documentazione della serata stessa.

Se seguite il blog, sarete informati sulle prossime attività...

Un caro saluto a tutti.

ECCO IL LINK: http://marcoianes.net/doc/INCONTRO_IDV_FOTOVOLTAICO.pdf

sabato 27 giugno 2009

INCONTRO SUGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI

Ricordo a tutti l'incontro sugli impianti fotovoltaici che si terrà:

MERCOLEDI 01 LUGLIO 2009 - ORE 20:30

PRESSO LA SEDE DI ITALIA DEI VALORI-TRENTO
VIA GIOVANELLI,17
TRENTO (VICINO ALL'OSPEDALE S.CAMILLO)

Nel link trovate il volantino.
INCONTRO APERTO A TUTTI.

DURATA: 1,5 h - circa.

Vi aspetto numerosi!!!

martedì 23 giugno 2009

INCONTRO INFORMATIVO: IMPIANTI FOTOVOLTAICI


ITALIA DEI VALORI - TRENTINO
ORGANIZZA:
SERATA TECNICO-INFORMATIVA
IMPIANTI FOTOVOLTAICI
Serata informativa a tema tecnico sugli impianti fotovoltaici a servizio delle abitazioni civili.
ARGOMENTI DELLA SERATA:
- Cenni sul funzionamento di un sistema fotovoltaico
- Procedura per la realizzazione ( cosa bisogna fare, chi si deve interpellare, chi può realizzare…)
- Conto energia e contributi provinciali: come funzionano e come richiederli
Presso la sede di ITALIA DEI VALORI
A TRENTO VIA GIOVANELLI,17
(di fianco all’ospedale S.Camillo)
MERCOLEDI 1 LUGLIO 2009 ORE 20:30
DURATA PREVISTA: 1,5 ORE CIRCA
INGRESSO LIBERO – POSTI LIMITATI
Per informazioni : Marco Ianes 349/8778198
Chi lo desidera potrà ricevere copia della documentazione dell’incontro richiedendola a mezzo e-mail a : marco@marcoianes.net
(NECESSARIO LASCIARE NOME E COGNOME E INDIRIZZO E-MAIL PER LA SPEDIZIONE)

domenica 21 giugno 2009

Tecniche di manipolazione dell'informazione.

Tecniche di manipolazione dell’informazione
Giornalmente se ne studiano nuove, anche se i principi di fondo sono quelli di sempre, che possiamo riassumere in semplici principi base:

-L’importante non è “fare”, ma “far credere di fare”;

-Una notizia non è tale, un avvenimento non esiste se non viene comunicato.

-La comunicazione è in grado di creare colpevoli e innocenti, buoni e cattivi, eroi e vigliacchi, grandi uomini e piccoli vermi, secondo l’orientamento predeterminato del giudizio da comunicare.

E andiamo a casa nostra: è ormai accertato da “Reporter sans frontiere” che l’Italia occupa il settantaduesimo posto ( o giù di là), per quel che riguarda la libertà di stampa e d’informazione. Attraverso il meccanismo della distribuzione pubblicitaria e grazie ai fondi statali, i giornali, soprattutto quelli di partito, hanno creato una rete di “giornalisti dipendenti”, proni alle direttive dei partiti che li pagano o dei padroni di testate che fanno riferimento a questi partiti o ricevono da essi commesse pubblicitarie. Giornalmente, una equipe di cervelli decide quali devono essere le notizie da prima pagina, quale la notizia d’apertura, quali sono i termini da usare, quali per rendere il fatto appetibile o poco credibile, quali per renderlo importante o irrilevante. Sulla base della linea giornaliera, per lo più indicata dai giornali al soldo del governo, gli altri si allineano riproducendone l’impostazione, con lievi differenze. E’ ormai passata come cosa abituale la foto giornaliera del premier, a dimensioni diverse, a colori o in bianconero, in primo piano o in compagnia, col sorriso o con lo sguardo truce, a seconda delle minchiate che sta sparando. Tutti i giornali, sia quelli di maggioranza che quelli di opposizione o quelli che si professano equidistanti, sono schiavi di questo ritratto, reso obbligatorio dal principio semplicissimo che il personaggio deve penetrare in ogni angolo e diventare indispensabile nell’immaginario collettivo. In tal senso e, solo in apparenza stranamente, uno dei giornali più recidivi, è Repubblica, la quale spesso pubblica tre o quattro foto del berlusca, cui si associano altrettante foto dei suoi lacchè, chiamali ministri o leccaculo di vario genere. Non c’è proporzione con le immagini dell’opposizione, spesso inesistenti o irrilevanti. Una volta stabilita l’impostazione del notiziario del giorno, lanciato in prima stesura da Canale 5 e dal Giornale, questo viene passato, per lo più attraverso l’Ansa, a tutti i telegiornali, da Sky alla Rai, che si allineano pedissequamente alla direttiva di regime. Pertanto il tutto è omogeneizzato in una dimensione monocromatica. Ci sono poi tecniche più raffinate, sino a rasentare il ridicolo, che caratterizzano soprattutto i giornali interamente schiavizzati dai soldi del premier:

1)Lanciare la notizia, possibilmente gossip, come un’esca all’amo. Aspettare che il giornalista, di opinione possibilmente opposta abbocchi e poi stroncarlo come uno che invece di fare giornalismo serio cerca calunnie per infangare il nemico politico. La vicenda di Noemi, tirata fuori per prima dai giornali del Berlusca, disegna chiaramente questa strategia del boomerang che non torna ai furbi che lanciano lo strumento, ma a coloro che lo raccolgono per rilanciarlo.

2)Ribaltare la notizia, specie se essa è scarsamente credibile. “Libero” del 16-6 ce ne da un esempio: Berlusconi va alla corte di Obama, dopo avere ricevuto alla sua corte, con incredibili buffonate, Gheddafi. Obama non lo caca se non per quel che si può fare con un alleato ininfluente e da sempre asservito alle direttive americane. Il giornale del “duce”, Libero, spara un titolone in prima pagina: “Obama a Silvio: Aiutami”. Grandi risate: il capo della nazione più grande e più ricca del mondo chiede aiuto al guitto di una nazione che ha il debito pubblico più alto del mondo!!!! Figurarsi. Eppure, chi ha studiato questo titolo ha cercato di trasmettere l’immagine del ragazzino Obama davanti allo scafato e saggio Berlusconi che dispensa consigli, gli fa il piacere di mettere in prigione in Italia tre criminali del campo di concentramento americano di Guantanamo e gli mette a disposizione, come già deciso mesi fa, altri ottocento baldi soldati per rialzare le sorti languenti della guerra americana contro i talebani dell’ Afghanistan. “Silvio, Aiutami”. Figurarsi!!! Si può arrivare a questo grado di cialtroneria? Sì, e si può andare ancora oltre: quella di dire, quando si incontra una qualsiasi persona conoscente la frase “Nice to see you, my friend” è un’abituale frase di saluto: i giornali schiavi hanno voluto far credere che Obama avesse detto a Berlusconi “E’ bello vederti amico mio”, come se fosse una spontanea dichiarazione d’amicizia, una sorta di “M’illumino d’immenso” davanti alla faccia splendente del Silvio nazionale. A proposito, anche quella di usare il nome, anziché il cognome o il titolo, è una tecnica per rendere più vicino il soggetto, per farlo sentire di casa: anche Repubblica, a “Silvio” dedica spesso esortazioni e comprensioni per le sue gaffe o per i commenti dei suoi cortigiani.

3) Tecnica del panino: inventata dal fedelissimo berlusconiano Mimun consiste nel dire l’opinione del governo, nel far seguire una critica, spesso “potata” e inconsistente e nel far seguire ancora la controreplica dei portavoce governativi: in tal senso i più gettonati e i peggiori sono nell’ordine Gasparri, Cicchitto , Bonaiuti e Capezzone; seguono, a distanza, Tremonti, La Russa, Maroni, Bossi, Calderoli, Bricolo e Quagliarella. Molto spesso i devotissimi della RAI, dopo una dichiarazione, si premurano di avvisare gli interessati per avere la controreplica e annullare subito il senso di un intervento timidamente polemico.

4) tecnica della mistificazione: basta accompagnare l’informazione taroccata con espressioni o finte cifre per renderla più credibile: per esempio “Ci siamo adeguati alla normativa europea…” che non esiste, ma che importa, basta inventarsela, oppure “Secondo un sondaggio diffuso da….(segue il nome della società cui è stato commissionato sia il sondaggio, sia il risultato da esibire) ; oppure “secondo voci di corridoio…” “pare che….” : una volta trasmesso l’input ritirare la mano non è più possibile: il lancio della notizia falsa ottiene sempre risultati maggiori di quanto non ne ottenga una successiva smentita o rettifica. In pratica il pubblicitario “tipico dei finlandesi…” per dire che i finlandesi hanno tutti denti perfetti, non è stato confermato da alcuna seria ricerca, ma è dato come un’affermazione di proprietà comune. Il povero D’Alema, che ha parlato di un indebolimento dell’immagine del premier dopo l’europee, si è visto cadere addosso l’accusa di un complotto ordito, nientemeno che per destabilizzare il governo e sostituire il suo capo, che invece resta impavido in sella “tetragono ai cimenti e al fato avverso”. Che il complotto per liquidare la democrazia sia da tempo in atto è vero, ma a farlo non è D’Alema, il quale, tuttalpiù o è complice o non si è ancora reso conto che l’acquiescenza porta ogni giorno alla perdita di un pezzo di libertà.

5) l’aggressione dell’avversario con il ribaltamento, su di lui dell’eventuale accusa infamante: il povero Di Pietro è stato, sin dai tempi di Tangentopoli, vittima di campagne di aggressioni studiate a tavolino, di false immagini ritagliate da un insieme e presentate come se si trattasse di un pervertito ecc. Idem dicasi della povera Veronica, che dopo il suo atto di coraggio e la sua denuncia si è vista aggredire da infami calunnie, accreditare pretesi amanti ed è stata sbattuta, sempre sui giornali del padrone, con le tette al vento. In pratica quello che tu dici a me lo rigetto su di te: vince chi ha più strumenti e giornali per far passare la propria posizione;

6) E’ il principio di Goebbels: “Una bugia detta mille volte diventa una verità”. Così sin dai tempi di Nerone, che incolpò i cristiani dell’incendio di Roma, per arrivare al caso di Telecom Serbia, un piano studiato a tavolino, con un falso testimone che avrebbe dovuto testimoniare che Prodi era un corrotto anche lui: addirittura sul caso Mitrontikin si fece anche una commissione parlamentare che, grazie all’onesta di alcuni suoi componenti, non accertò nulla. Ma si pensi anche ai complotti dei magistrati “comunisti” che volevano a qualsiasi costo criminalizzare il premier verginello e innocente. Da Telecinco a Mills. Oppure ai giudici carogna di Mani Pulite che hanno causato il suicidio di tanti poveri innocenti, o l’esilio del nobile socialista Craxi.

7) Tecnica dell’antipolitica: Berlusconi è uno cui si può perdonare tutto, perché non è un politico di professione, ma un imprenditore prestato alla politica. Grasse e grosse risate ci siamo fatti quando Obama è stato eletto presidente: Silvio, secondo il solito “Libero”, è l’ Obama italiano, , l’uomo nuovo che sa conquistare la gente. Non conosce il linguaggio e i trucchi della politica e perciò spesso si lascia andare a gaffe e a minchiate che, a seconda delle reazioni, vengono smentite subito dopo. Per questo bisogna avere comprensione nei suoi riguardi: Tutta la fila dei suoi devotissimi, pronti sempre a dire “Il capo ha sempre ragione” si è astenuta dal fare questo commento quando il padrone, in un raro accesso di sincerità ha sussurrato: “Certe volte quello che faccio mi fa schifo”.

8) Tecnica del vittimismo: Si comincia sin dal primo giorno dell’elezione: “E adesso lasciamolo lavorare”. L’opposizione viene vista come un fastidioso disturbo che ostacola le giuste manovre del premier. Addirittura può diventare “eversiva” se si permette di dire che è ora di cambiare uomini e politica. Invece il Silvio passa per uno nei cui confronti si ordiscono complotti, si fabbricano false prove, si truccano i risultati elettorali, si inventano episodi inesistenti, insomma gli si appioppa tutto il male del mondo, mentre lui meriterebbe di essere santificato. Le veline al Parlamento europeo? Niente vero. I voli di stato carichi di puttanelle? Ma quando mai!!! Noemi che passa tre giorni nella sua villa? Calunnie. Veronica che si decide finalmente a chiedere il divorzio? E’ una poveraccia imbeccata dall’opposizione, ma la pagherà..

9) Tecnica dell’apoteosi: Quella della santificazione è una strategia conforme a quelle che usavano e usano i regimi totalitari: il premier visto come colui che non dorme, ma riposa, con la finestra illuminata di notte, che sfibra le sue stanche ossa per servire il paese, che sa quando intervenire, che risolve con la bacchetta magica i problemi della monnezza napoletana o quelli del post-terremoto abruzzese, che siede tra i grandi accreditando l’immagine di statista di levatura mondiale, quando tutti invece ridono di lui.

Esistono naturalmente altre sottili strategie, con l’uso sapiente delle quali si può fare giornalmente campagna elettorale e procacciare consensi in modo spregiudicato. Gli americani ne hanno studiato tante, ma almeno, tra di essi esistono persone e testate giornalistiche in grado di ritagliarsi una certa indipendenza e di denunciare e mettere in crisi gli intoccabili, a cominciare dal presidente. In Italia questo è ormai un principio irrimediabilmente perduto.

(Salvo Vitale)
( 18 giugno 2009 )

sabato 20 giugno 2009

domenica 14 giugno 2009

Gheddafi, la sua lezione di democrazia!

Riflessione di Fabio Evangelisti, che riporto pari pari, sulla visita di Gheddafi in Italia.
Condivido in pieno!!!!

Comunque la si vuole vedere, la lunga visita ufficiale del Colonnello Gheddafi in Italia è apparsa ai più troppo lunga, a tratti pittoresca, nella forma e nei contenuti, e sostanzialmente con tributi e onori un tantino esagerati, frutto del dilettantismo del nostro governo che, come spesso capita, non salvaguarda abbastanza la dignità del nostro Paese.Il leader libico, d’altronde, aveva fatto capire subito quale e come sarebbe stata la sua visita presentandosi, in maniera a dir poco ostentata, con una foto sul petto raffigurante il capo della resistenza libica che gli italiani impiccarono nel 1931. Ci sembra, francamente, che la diplomazia italiana non si può dire abbia ben governato questa pur storica visita.Che dire degli eccessi verbali pronunciati in varie sedi istituzionali (grazie all’opposizione, non nell’Aula del Senato come era previsto dal protocollo)?Rileggendo una sua affermazione, tra le tante: ‘Il partitismo è un aborto della democrazia’, insomma basta partiti! Viene il sospetto che, dopo Putin, il prossimo punto di riferimento culturale e politico per il nostro Premier possa essere rappresentato proprio dal Raìs.L’incontinenza verbale di Gheddafi, proprio lui che ha attaccato i nostri alleati internazionali, giustificato il terrorismo e schernito il rispetto dei diritti umani, di sicuro ha procurato non pochi imbarazzi, distinguo e prese di distanza nel mondo politico e istituzionale.E’ legittimo chiedersi allora: era così necessario preparare una visita lunga come il Festival di Sanremo, sotto il benevolo sguardo ridanciano e accondiscendente del nostro Presidente del Consiglio? Non era il caso, visto che siamo parlando di un personaggio, un attore, un esagerato, un provocatore, come è ritenuto nella quasi unanimità dei giudizi fin qui espressi dalla stampa, di prevedere con più attenzione i tempi e i modi che una visita del genere presupponeva, proprio per evitare che diventasse, come è stato, uno show del Colonnello? E, comunque, non era opportuno, da parte di tutte le istituzioni coinvolte, oltre che sottolineare il carattere di amicizia e collaborazione tra le due nazioni, rimarcare l’inopportunità di alcune sue dichiarazioni pasticciate?Per carità, nessuna sprovveduta e improvvisa ingenuità. Sappiamo bene quali interessi economici, a cominciare dal petrolio dell’Eni, legano questi due Paesi mediterranei, obbligati a dialogare, anche in forza di un Trattato recentemente ratificato dal nostro Parlamento, che ci ha convinto solo in alcuni passaggi, soprattutto sul fronte dell’immigrazione clandestina. Ma qualcuno ha chiesto al Colonnello Gheddafi notizie sulle condizioni umane e igieniche in cui versano i migranti respinti qualche tempo fa e rispediti in Libia senza neanche peritarsi di verificare la presenza di richiedenti asilo politico? C’è da dubitarne visto che in questo momento sembra più importante non perdersi le indimenticabili lezioni di democrazia del Raìs.